Detto, fatto. Calano le entrate fiscali nel primo trimestre? E’ colpa dell’evasione, alimentata da condotte lassiste del governo. Grazie al Manuale del perfetto oppositore, capitolo primo, il vicecapogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, Antonio Borghesi, brucia sul tempo il Pd (Bersani è forse in altre faccende affaccendato), e lancia il suo originalissimo j’accuse:
“Il crollo delle entrate fiscali nei primi due mesi dell’anno è solo in parte dovuto al calo dei consumi, ma è anche conseguenza dell’evasione fiscale”
Numeri a corredo della tesi? Che so, una stima storica della elasticità di gettito alle variazioni del Pil, suddiviso per tipologie di imposte? No, abbiamo fatto studi classici. In compenso, una illuminante inferenza:
“Questo risulta dal fatto che ci sia stata una diminuzione delle entrate provenienti dall’Iva. Il governo si affanna a dare la colpa del fenomeno esclusivamente alla crisi economica, per evitare di riconoscere la propria politica manchevole, ed anzi controproducente, nella lotta all’evasione”
Ah ecco la smoking gun, il crollo dell’Iva! Ma l’Iva non è legata ai consumi, che nel primo trimestre 2009 si sono disintegrati, in Italia (“il paese che ne uscirà meglio di altri“®) più che altrove? E non potrebbe, azzardiamo, entrare nell’equazione l’andamento del mercato dell’auto, grande generatore di gettito Iva, crollato nel primo trimestre del 30 per cento sullo stesso trimestre del 2008, e più in generale l’andamento disastroso delle vendite di beni durevoli di consumo? Nope sir, è stata l’evasione. E un confronto con le altre economie, anch’esse piagate dal crollo di tutte le tipologie di gettito fiscale? Nemmeno, è stata l’evasione fiscale. E più non dimandare.
Quando l’analfabetismo economico incontra la demagogia, il risultato è un governo di illusionisti ed un’opposizione di disperati. E un paese fottuto, per usare un francesismo.