Chiediamolo all’Elefante

Al Direttore – Leggiamo da mesi le conviviali elucubrazioni newyorchesi di Christian Rocca e di tal prof. Franco Zerlenga. Senza voler necessariamente salvare il primo, Le scriviamo perché le opinioni di quest’ultimo ci sembrano spesso fondate su assunti deboli o dubbi. Il quotidiano che Lei dirige celebra con una certa frequenza le “particolari” idee di Zerlenga (a nostro modo di vedere, uno strana forma di liberal progressista con il tatuaggio di Umberto Bossi sul bicipite). E a loro sostegno viene offerto il ritornello: “ex-professore di Storia dell’Islam alla NYU”. In realtà, se si conduce una semplice ricerca su google.com e scholar.google.com, oltre che sui motori di ricerca accademici (da worldcat, jstor, proquest, a lexis-nexis), non si ottiene alcuna informazione. Zero, niente, nada, nichts.

Salvo gli articoli di Rocca, una recensione scritta da un certo Franco Zerlenga su Amazon.com e qualche ringraziamento quà e là, sembra che il Nostro non sia mai esistito. Non una pubblicazione, non un curriculum, non un legame tra Zerlenga e la NYU, non una menzione da altri studiosi di Islam, non un ringraziamento da ex-studenti. Nemmeno la biblioteca della NYU ha in catalogo qualcosa scritto da Zerlenga. E lo stesso vale per la Library of Congress e la New York Public Library (le più grosse biblioteche al mondo).
Visto che le credenziali accademiche di Zerlenga vengono usate per dare credibilità alle sue opinioni, è troppo chiedere esattamente cosa e dove abbia studiato, insegnato, e pubblicato?
Il mondo della ricerca accademica non sembra essersi mai accorto del contributo di Zerlenga. Siamo felici che abbiate pensato voi del Foglio a fare giustizia, riscoprendone il pensiero. Intanto, aspettiamo con ansia una Sua risposta.

Andrea Gilli, Ph.D. Student, European University Institute, Fiesole – Firenze
Mauro Gilli, Ph.D. Student, Northwestern University, Evanston – Chicago

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