Intervistato dallo Spiegel, Henry Kissinger a tutto campo sul disastro della pace di Versailles, sul realismo che non può esistere senza idealismo, sulla differenza tra cinismo e statesmanship, sull’idealismo che sfocia nel fanatismo, sul senso della realpolitik, termine che lui mai ha utilizzato, sulla necessità di comprendere i valori di una società ed il loro divenire, sulle prime mosse di Obama sullo scacchiere internazionale, riguardo le quali Kissinger sospende il giudizio:
Ma quello che abbiamo finora visto da Obama è realpolitik?
Anche qui è troppo presto per dirlo. Se quello che lui vuol fare è trasmettere al mondo islamico il concetto che l’America ha un atteggiamento aperto al dialogo e non è orientata al confronto fisico come propria unica strategia, allora ciò può svolgere un ruolo molto utile. Se si dovesse continuare nella convinzione che ogni crisi può essere gestita da un discorso filosofico, allora egli finirà in problemi wilsoniani.
