Commentando ieri il dato sul ricorso alla cassa integrazione, diminuita in giugno dell’8,08 per cento sul mese precedente, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi si è lanciato in ardite estrapolazioni sulla congiuntura, arrivando a inferire che “non solo la fase peggiore della crisi sia alle nostre spalle, ma che ci sia anche una moderata ripresa nella produzione industriale e nell’edilizia”.
Al povero Sacconi pare essere alieno il concetto di stagionalità, e tocca quindi al governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, colmare la lacuna:
“Abbiamo già avuto una diminuzione a gennaio e inoltre a giugno c’è una forte stagionalità: negli ultimi venti anni abbiamo sempre assistito a una diminuzione della Cig in giugno. Se una rondine non fa primavera speriamo di vedere comunque altre rondini”
Dopo questa precisazione metodologica, che conferma la scarsa attitudine di gran parte della nostra classe politica nei confronti di statistica e trattamento dei dati, e spiega agevolmente i dibattiti surreali sull'”attendibilità” dei modelli economici, si attendono le immancabili accuse di golpismo tecnocratico.