Intervenendo alla trasmissione Mattino Cinque su Canale 5, il consueto teatrino di famiglia (governativa), il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha annunciato al popolo sofferente che il tasso di disoccupazione nel 2010 si attesterà “al di sotto del 10 per cento”. Che detta così fa uno strano effetto, visto che a ottobre eravamo all’8 per cento.
Sacconi ha dato i numeri precisando che tuttavia “è difficile fare una previsione”. L’aspetto più interessante della divinazione sacconiana è però il fatto che i confronti non avvengono più per cross section (cioè con la condizione odierna degli altri paesi), ma per serie storiche, cioè col passato del nostro paese. E infatti il Nostro ha rassicurato dicendosi certo che “il tasso di disoccupazione rimarrà al di sotto dei livelli di fine anni Novanta: nel ’97 era oltre l’11 per cento”.
Certamente, allo stesso modo in cui in Italia all’inizio del secolo scorso vi era un’elevata incidenza di pellagra e una mortalità delle puerpere inaccettabilmente alta. Quando si vuol fare della propaganda ma la realtà ci ha derubato di ogni argomentazione che abbia anche solo la parvenza di essere tale, ci si rifugia nei dati del passato. Ma il confronto può avvenire solo qui ed ora, con i paesi con i quali ci confrontiamo, cioè per cross section. E quel dato indica che siamo all’incirca entro la media della Ue, senza lode né infamia. Il che pone qualche problema affabulatorio ad un governo che ha fatto della sovraperformance italiana nella crisi il proprio surreale quanto fallace mantra. Ma bisogna fare di necessità virtù, chissà mai che il “popolo sovrano” non riesca a bersi anche questa.