Nuovo, ennesimo esempio di come si alimenta il dibattito pubblico in Italia:
Tra gli obiettivi della riforma fiscale c’è il ritorno alla deduzione per carichi familiari. Lo sottolinea il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a margine del convegno della Cisl “Le donne e il lavoro: la risposta alla crisi“. Affermando che ”sbagliò il governo Prodi a cancellare le deduzioni per carichi familiari che sono come il quoziente familiare se non meglio”.
“Ritornare alle deduzioni per carichi familiari è obiettivo della riforma – ha spiegato – compatibilmente con la situazione economica e di finanza pubblica”.
Sacconi ha precisato che ”sui tempi della riforma e su come si finanzia parla Tremonti per tutti” (Ansa, 18 gennaio 2010)
In pratica, funziona così: un governo Prodi modifica la legislazione fiscale; l’opposizione di centrodestra sbraita contro il cambiamento, e promette solennemente che la riforma verrà riformata. Divenuta maggioranza, la ex opposizione conferma l’intervento. Ma non subito: più avanti.
Naturalmente, il fatto che lo spostamento da deduzioni dall’imponibile a detrazioni d’imposta abbia inizialmente prodotto un tesoretto di entrate fiscali, di cui anche l’attuale governo si è avvantaggiato, è dettaglio trascurabile. E’ solo quando la situazione degenera, e ci si rende conto che la pressione fiscale continua a crescere mentre le spese eguagliano inesorabilmente le nuove maggiori entrate, che si ulula contro il governo precedente.
Ma almeno abbiamo un dato politico rilevante: per Sacconi le deduzioni dall’imponibile sono “meglio del quoziente familiare”. Ora basta solo ripristinare lo status quo ante, auspicabilmente entro il secolo.