Il prestigioso sottosegretario agli Esteri del governo italiano, Stefania Craxi, apre il manuale del piccolo cospirazionista, e detta alle agenzie il suo personale contributo all’emissione di anidride carbonica romana:
«Il partito dei soldi va all’attacco. Già nella recente campagna elettorale se ne erano visti i segni inequivocabili. Con i suoi giornali, l’establishment finanziario aveva predicato l’astensione, cioè la sconfitta di Berlusconi, sorretto dal Presidente della Camera che, a pochi giorni dal voto, si lanciava in una dura critica al suo stesso partito»
Già l’italiano di questa frase necessiterebbe di una messa a punto: sembra che il presidente della Camera “sorregga” Berlusconi, anziché essere parte del complotto pippo-pluto-topolino che la Craxi dipinge. Ma è veniale. Pensare che in Italia il voto sia decisivamente orientato dai quotidiani suona come un elitario affronto alle capacità di Minzolini.
Prosegue il comunicato craxista:
«L’idea di un governo capace di fare le riforme che l’Italia aspetta da trent’anni, non fa dormire i signori della finanza. Con Fini hanno trovato il loro uomo, che adesso potrebbe manovrare con grande disponibilità di mezzi. ‘Generazione Italia’ è forse l’incubatore di un nuovo partito? Quello che sta avvenendo è il killeraggio delle riforme. Ancora una volta, il destino dell’Italia è nel buon senso e nella saldezza di nervi del Presidente Berlusconi»
Al golpe, al golpe! Alla signora Craxi non viene in mente che “il governo capace di fare le riforme che l’Italia aspetta da trent’anni” non è mai nato e non è certo questo, né quelli che lo hanno preceduto negli ultimi quindici anni. Governi fatti di immobilismo, di 11 settembre che colpivano solo l’Italia, di “riforme già fatte”, come quella delle pensioni (Sacconi dixit), o da rinviare “quando la crisi sarà passata”, e comunque noi stiamo meglio di altri. Oppure di controriforme degli ordini professionali. Né, a tutt’oggi, esiste alcun progetto di riforme istituzionali; solo cene a base di trota, dove la Lega chiede strada e il Cavaliere accosta e fa ciao con la manina.
Ma non c’è nulla di cui stupirsi: visto che la nave rischia di inclinarsi ed imbarcare acqua (per proprie contraddizioni interne, non per una componente ultraminoritaria che non sa ancora che vuol fare da grande), i topi si schierano e corrono a dettare comunicati alle agenzie. Quanto al resto, parafrasando Montanelli: la famiglia Craxi è come le patate, la parte migliore sta sotto terra. Il che è tutto dire.