La città del fisco fraterno

Sembra un Pesce d’Aprile, oppure l’ultimo astuto tentativo di limitare la libertà d’espressione dei blog, una cosa che piacerebbe molto dalle nostre parti, dove si sente l’irrefrenabile bisogno di aggiungere strati di normativa a quella esistente, che già tutela in modo sufficiente l’onorabilità delle persone. Invece, è una iniziativa della municipalità di Philadelphia per fare cassa (si fa per dire).

Ogni blogger fiscalmente residente in città e che gestisca un sito idoneo a produrre entrate, magari per il solo fatto di avere un paio di spazi Google Adsense su una piattaforma di terzi (che quindi incamerano la maggior parte del fatturato pubblicitario), dovrà richiedere la licenza per l’esercizio di attività commerciale, pagando 300 dollari. I ricavi pubblicitari saranno inoltre tassati a livello locale, oltre ad essere già assoggettati a imposizione federale e statale. Ovvio sconcerto tra quei blogger (la stragrande maggioranza) che “incassano” poche decine di dollari dalla propria attività creativa, e che spesso non hanno neppure un reddito vero. A queste forme di perversione si giunge, quando le casse dell’erario sono vuote.

Ma i blogger (e le piccole imprese) non disperino: due consiglieri della municipalità hanno presentato una proposta di legge, che sarà discussa in settembre, finalizzata ad aumentare l’attrattività commerciale di Philadelphia (non ridete), e che dispone che, fermo restando l’obbligo di licenza per l’esercizio di attività economica, non vi siano tasse locali sui primi 100.000 dollari di utili. Inoltre, per quanti non hanno mezzi per scucire 300 dollari per l’ottenimento di una licenza “vitalizia”, è prevista un’agevolazione: si potrà ottenere una licenza annuale, per la modica cifra di 50 dollari. Siamo certi che, con queste misure, l’attività economica di Philadelphia avrà una salutare scossa, e potrebbe pure attrarre in città blogger da ogni parte d’America e perché no?, del mondo. Attendiamo gli italici emuli della misura.

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