«Tra imposta di bollo ed imposta sostitutiva, un risparmiatore con 10.000 euro in titoli che abbiano un rendimento medio nominale del 3 per cento paga 180 euro all’anno di imposte, pari al 60 per cento del proprio reddito nominale e al 180 per cento del proprio rendimento reale (assumendo un tasso di inflazione pari al 2 per cento). Un risparmiatore con 30.000 euro in titoli paga il 33 per cento del proprio reddito nominale e 100 per cento del rendimento reale. Un risparmiatore con 100.000 euro in titoli paga il 24 per cento del proprio reddito nominale in imposte e il 72 per cento del proprio rendimento reale. Questo esproprio non solo è contro la logica economica, ma anche contro quella costituzionale che auspica la tutela del risparmio e la progressività delle imposte. Ben venga un’unificazione delle aliquote, ma non a spese dei piccoli risparmiatori»
Chissà, forse obiettivo strategico della manovra è quello di rendere il risparmio del tutto penalizzante ed autolesionistico ed incentivare, per questa via, una spinta ai consumi. Come che sia, questo è il Medioevo prossimo venturo che l’onorevole professor Giulio Tremonti sta preparando ai sudditi italiani, nel quasi generale plauso di una stampa ignorante, asservita e corrotta.