Come è possibile che il Pil italiano del secondo trimestre esca a +0,3 per cento congiunturale, quando gli indici di attività come i PMI di manifattura e servizi sono in contrazione, la produzione industriale stagna nella migliore delle ipotesi (e a giugno, che del trimestre fa parte, si inabissa pure), i consumatori stanno per chiedere asilo politico ed il nostro commercio estero mostra una costante erosione di competitività, resta un mistero. Se poi questo dato servirà a calmare i mercati per un paio d’ore, ben venga. Attendiamo la seconda stima, che uscirà per definizione obsoleta, e che potrebbe spiegarci che la “crescita” è figlia di un accumulo involontario di scorte. Nell’attesa, Dio benedica i falsari i ricchi di fantasia.
Miracolo in Italia
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