Forse c’è speranza che questo possa diventare un paese normale:
«E’ vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e a funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti»
Lo prevede il testo della manovra uscito dal Cdm. Ottima iniziativa, che ricalca le reiterate richieste dell’Antitrust di Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla presidenza del consiglio, e che avrebbe dovuto rappresentare uno dei provvedimenti fondativi della legge annuale sulla concorrenza, che il governo Berlusconi ha sempre tenuto nel cassetto, preferendo baloccarsi con l’articolo 41 della Costituzione.
Finiscono i tempi dei consigli di amministrazione incrociati, pratica che per definizione affossa la concorrenza nel settore finanziario, generando oligopoli collusivi che sono alla base della elevata propensione al cartello che pare caratterizzare la dotazione genetica degli italiani.
E’ probabile che i nostri eroi troveranno nuovi modi per concertare gli affari loro, sia chiaro. Ma questo provvedimento va nella direzione di civilizzare la nostra prassi d’affari. E’ una lunghissima strada, ma qualcuno dovrà tentare di percorrerla. I puristi delle riforme “qui, ora, subito, anzi ieri”, sennò “Monti delude”, prendano nota, per favore.