Austeridad y Muerte

Segnalato da Tyler Cowen, che ieri ha formulato una doppia ipotesi di scenario per la Spagna (tra “normale” recessione e distruttivo meltdown), e prendendo le mosse dal dato di ieri delle vendite al dettaglio spagnole, in calo in aprile di un raccapricciante 11,3 per cento mensile e del 9,8 per cento annuale, qui sotto trovate un grafico che contestualizza il trend di più lungo periodo delle vendite al dettaglio del paese iberico.

Premettendo che nel caso della Spagna si tratta di un dato reale, cioè già depurato dall’inflazione, si osserva che in quattro anni e mezzo il calo è di circa il 25 per cento. Se poi si dovesse ricavare il dato pro-capite, si otterrebbe un risultato ancora peggiore, arretrando nel tempo di diciassette anni. A questo punto, che possiamo commentare? Di certo che la Spagna sta tirando la cinghia, eccome, in conseguenza del tentativo di deleveraging oltre che del crash del suo mercato del lavoro. Eppure, come verifichiamo ormai quotidianamente, il paese pare avviato a seguire il percorso infernale già intrapreso da Grecia, Portogallo e Irlanda. Cioè quello che Cowen definisce, nello scenario B, una spirale di autocannibalizzazione.

Dovremmo tentare di chiederci perché ciò sta accadendo, naturalmente. E provare ad evitare di usare i soliti moralismi, quindi a vedere gli spagnoli come fannulloni, evasori fiscali, ladri e corrotti che attentano alla virtù tedesca. Perché di questo passo, ci sono tutte le premesse per insultare praticamente tutti i paesi dell’Eurozona. Ovviamente confermando di aver capito nulla di questa crisi e della sua natura largamente costruita sulla umana stupidità, oltre che da una profonda ignoranza di come funziona realmente l’economia.

C’è solo da sperare che, tra ottant’anni, qualcuno scriverà queste cose sui libri, così come oggi leggiamo le critiche alla politica economica del presidente americano Hoover, ottant’anni addietro, e ci diciamo “ma tu guarda che idioti. Certo oggi simili orrori non potrebbero accadere, oggi conosciamo l’economia”. Altrimenti avremo davvero sprecato le nostre esistenze, oltre ad averle rovinate. Ma senza aspettare ottant’anni, basterebbe che tra qualche anno qualcuno, tra Berlino, Francoforte e Bruxelles, ammettesse di non aver capito nulla e di essere stato stupido ed arrogante. Ma non accadrà, tranquilli. E alla fine un editorialista che ti spiega dove abiti, e magari ti insulta pure, lo si trova sempre.

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