Oggi, su il Giornale, Renato Brunetta rilancia con fanfara cattedratica un paper di Paul De Grauwe e Yuemei Ji sulla natura non esclusivamente fondamentale della crisi dell’Eurozona e del conseguente impatto sugli spread. La tesi di De Grauwe e Ji è ormai nota: i mercati obbligazionari dell’Eurozona sono più fragili ed inclini a crisi di liquidità che si autoavverano rispetto ai paesi “stand alone“. La cosa più interessante è che il paper è di maggio, ma solo oggi balza all’attenzione di Brunetta.
Sospettiamo (ma è solo un sospetto, sia chiaro) che il professore veneziano ne abbia avuto contezza la settimana scorsa, leggendo un articolo di Martino Cervo, caporedattore centrale di Libero, che riprendeva (citandola) una segnalazione su Twitter del vostro titolare, che a sua volta l’aveva visto da qualche parte e ritwittato.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: nessuno parla di plagio o equivalenti da parte di Brunetta. Semplicemente, pare strano che di un paper che circola da quasi due mesi l’ex ministro si accorga solo qualche giorno dopo la pubblicazione su un giornale italiano, peraltro neppure noto per attività di ricerca e divulgazione economica. E’ strano che un accademico quale è Brunetta, soprattutto ora che non è più oberato da compiti ministeriali, non si fosse accorto prima del lavoro di De Grauwe e Ji. Forse sarebbe stato più carino segnalare la fonte di tale conoscenza differita, ma sono dettagli.