Efficacissima infografica dello Spiegel che spiega i guai di Cipro. Titoli di stato di diritto domestico (pari a 5,3 miliardi di euro), che non si possono ristrutturare, pena il crollo delle banche che li hanno in pancia. Titoli di stato di diritto britannico (pari a 3,8 miliardi di euro) non ristrutturabili perché contengono clausole di azione collettiva molto problematiche. A fronte di ciò, il paese necessita di recuperare 17 miliardi di euro (il 100 per cento del proprio Pil), di cui 10 erogati da Ue e Fmi, e 7 da “produrre” internamente, tramite non meglio specificate privatizzazioni, ed un bail-in, cioè imputando i costi ad investitori-risparmiatori nel sistema creditizio cipriota.
Il quale sistema, come potete vedere, è patologicamente ipertrofico. Date le premesse e la ripartizione dell’onere complessivo tra bailout (soldi messi da Ue e Fmi) e bail-in (soldi messi dagli investitori), non c’erano realmente alternative ad agire come si è agito, a parte l’idiozia sistemica di tentare di toccare i depositi assicurati. Cliccare per ingrandire.
P.S. Poiché ogni tragedia ha un risvolto farsesco, parrebbe soprattutto nei paesi mediterranei, oggi il governo di Nicosia ha nominato una commissione d’inchiesta per far luce su eventuali responsabilità nella crisi del sistema bancario. La commissione d’inchiesta nominata dal governo è composta da tre ex magistrati della Corte Suprema che dovranno indagare su eventuali attività criminali che hanno portato alla crisi delle banche cipriote. La commissione dovrà determinare se all’origine della crisi del sistema bancario del Paese vi siano “responsabilità penali, civili o politiche”.
