Tanti mutui, siamo inglesi

E’ di oggi la notizia che nel Regno Unito il numero di mutui prima casa erogati nel secondo trimestre di quest’anno ha toccato il massimo dal 2007. Nel solo mese di giugno le erogazioni di mutui prima casa sono aumentate del 30% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Nel frattempo, i prezzi delle case sono ai massimi dal 2008. Prima di entusiasmarvi per una economia “che funziona”, leggete tutta la storia.

La spinta ai mutui prima casa viene anche dal programma di sussidi pubblici “Help To Buy, che di fatto punta ad aumentare la leva finanziaria degli acquirenti, e consentire l’erogazione di mutui con elevato loan-to-value, il rapporto tra valore del prestito e quello dell’immobile. In pratica, agli acquirenti è richiesto di disporre solo del 5% del prezzo dell’immobile, oltre ad avere una “storia di credito” soddisfacente.

Esistono due schemi di Help To Buy: il primo è il cosiddetto Equity Loan, ed è in vigore dall’1 aprile di quest’anno. Esso consente, con un deposito pari a solo il 5% del prezzo di acquisto, di avere accesso ad un prestito pubblico pari al 20% del prezzo, sul quale non si pagheranno interessi per i primi 5 anni. Dal sesto anno si paga l’1,75%, ed in seguito si pagherà il valore dell’indice dei prezzi al dettaglio (RPI, Retail Price Index) più un punto percentuale. L’offerta è valida per immobili di nuova costruzione, con prezzo massimo di 600.000 sterline, e valido per il solo territorio inglese, quindi Galles e Scozia sono esclusi.

Il secondo schema di Help To Buy partirà dal prossimo 1 gennaio, e sarà destinato a tutti gli acquirenti (non solo per prima casa, quindi), e su tutti gli immobili, nuovi o esistenti. Mancano ancora dettagli operativi ma si tratterà di un sistema di garanzie pubbliche, previste a 12 miliardi di sterline, che potrebbero quindi mobilitare fino a 130 miliardi di sterline. Anche qui, disponendo inizialmente di solo il 5% del valore dell’immobile.

Che dire, quindi? Che si tratta di una mossa piuttosto spregiudicata. Alzare il loan-to-value è sempre rischioso, come dovremmo ricordare dallo scoppio della precedente bolla immobiliare. Anche alti tassi di proprietà immobiliare non appaiono esattamente il toccasana per una economia. Diciamo che lo schema, classicamente, “prende a prestito dal futuro”, nella fattispecie dalla capacità di reddito futuro degli acquirenti. Potrebbe pure funzionare ma rischia di essere una forma di gambling. Obiettivo del governo di David Cameron restava quello di rianimare il settore delle costruzioni, visto da tutti i governi come la leva principale e più rapida per dare una scossa all’economia. Non esattamente una scelta hi-tech, né tale da fare esplodere la produttività, ma tant’è.

Vedremo come andrà, considerando che le banche britanniche non appaiono molto inclini a prestare, malgrado possano utilizzare altri schemi pubblici di finanziamento agevolato, come il Funding For Lending. Resta da capire se esiste un credit crunch solo per le piccole e medie imprese e non per i privati mutuatari, e gli eventuali motivi. Di certo, per le banche prestare solo il 75% del valore dell’immobile (visto che lo stato si interpone per il 20%) è piuttosto rassicurante anche in ipotesi di cedimento consistente dei prezzi delle abitazioni. Per il momento, prendiamo atto che le scorciatoie piacciono a tutti i governi. E’ la natura umana, pare.

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