Oggi, su Libero, c’è una letterina al direttore firmata dal presidente della Commissione Finanze della Camera, e da sempre uno dei più sopravvalutati esponenti di una classe politica di illusionisti. E cosa scrive, il buon Daniele Capezzone, a Maurizio Belpietro? Una cosina proprio geniale, innovativa, inedita. Che poi è parte integrante dello strumentario del perfetto parolaio.
Dopo aver lamentato che la Tasi altro non è che l’Imu, visto il gettito previsto ad aliquota base (e quindi sarà ben più dell’Imu, viste le condizioni di dissesto finanziario dei nostri comuni), ed aver ribadito l’imprescindibile necessità di tagliare la spesa pubblica (immaginiamo allo stesso modo in cui il suo partito ha fatto negli ultimi dieci anni o giù di lì, quando disponeva di maggioranze parlamentari molto ampie), Capezzone estrae del cilindro il solito coniglio esausto, prodotto di una stagione di chiacchiere senza fine, inesorabilmente coniugate ad ignoranza della realtà fattuale.
«Colgo anche l’occasione per raccogliere un Suo ulteriore giusto richiamo a una cosa da fare, e cioè il “contrasto di interessi”: consentire di “scaricare tutto” (fatture, ricevute), contribuendo in positivo all’emersione di tanto “nero”. La strada c’è, ed è già stata aperta da chi Le scrive. Alla Camera (ne sono stato relatore) abbiamo appena approvato una delega fiscale che è ora al Senato, e che prevede espressamente questa opportunità. Il Governo, se ne ha la forza e la convinzione, deve solo spingere per una rapida approvazione al Senato e poi scrivere un decreto delegato per l’attuazione della misura»
Oh, eccoci. Il magico contrasto d’interessi. Che non funziona e non può funzionare a filo di logica, ma che importa? Basta inserire il principio in una legge, e ci si può appuntare la medaglia al petto. “Io ho proposto, se solo voi deste corso al mio genio, avremmo risolto tutto” Le cose non stanno così, come detto più e più volte, al punto che ci attendiamo qualche rimostranza da parte dei lettori più attenti ed assidui di questo sito, e di questa ripetitività ci scusiamo.
Ma cosa aveva scritto il direttore di Libero, nell’editoriale del 23 ottobre? Una cosa così:
«In realtà, la sola manovra che eviterebbe di far crescere la pressione fiscale e garantirebbe risorse da investire è quella che dalle pagine di Libero ha lanciato il professore Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Lavoro ed esperto di previdenza. Secondo il docente della Cattolica per dare un po’ di soldi ai lavoratori dipendenti sarebbe sufficiente consentire la deduzione delle spese sostenute dalle famiglie. Piccole riparazioni domestiche pagate senza alcuna possibilità di ottenere vantaggi fiscali e senza che vi sia da parte del fisco la possibilità di accertare che l’artigiano sia in regola con tasse e contributi. I controlli incrociati funzionano infatti solo se le fatture vengono messe a bilancio. Ma se una famiglia non le può indicare nella propria dichiarazione dei redditi, come farà il Fisco ad accertare che l’artigiano abbia effettivamente versato le imposte? Come gli esperti sanno, spesso esiste una fatturazione parallela, con documentazione fiscale che viene regolarmente rilasciata dall’artigiano, ma di cui le entrate non sanno nulla né mai sapranno. Si tratta di fatture false, destinate non ad essere conservate là dove si custodiscono i documenti fiscali, ma a finire nel cassonetto dell’immondizia. Se davvero Letta vuole combattere l’evasione, se vuole dare più soldi in busta paga, consenta anche ai lavoratori dipendenti di detrarre le spese di casa. Idraulico, meccanico, elettricista e piccoli lavori edilizi. Il contrasto di interessi porterebbe nuove entrate per lo stato e nuovo ossigeno per i portafogli delle famiglie, senza alcun aggravio per la finanza pubblica»
Anche qui, si tratta di una proposta priva di senso, come più e più volte spiegato con numeri e logica, e non con opinioni. Sono i controlli sulle movimentazioni bancarie la leva attraverso cui giungere all’obiettivo descritto da Belpietro, e non questa leggenda metropolitana dello “scaricare”, verbo che al solo pronunciarlo fa accendere gli occhi agli stregoni del proiettile d’argento che toglierà il Male dall’Italia. Se neppure riusciamo a far di conto e capire dove si annida l’idiozia, come pensiamo anche solo lontanamente di uscire da questo guano?
Ad ogni buon conto, qui trovate alcuni esempi di contrasto d’interessi realizzato in altri paesi. I risultati non sono esattamente incoraggianti.