Si, lo sappiamo: in politica è sempre possibile cambiare idea, e comunque cambiano situazioni, interlocutori, fasi lunari, macchie solari e quant’altro. Al netto di ciò, è sempre utile tentare di tenere il record delle dichiarazioni pubbliche dei policymaker, veri o presunti. E così oggi vi segnaliamo la presa di posizione del responsabile Economia e Lavoro del Partito democratico, che immaginiamo non sia a titolo personale.
Affinché sia sempre possibile chiedere conto (la chiamano accountability, molto lontano da questi lidi) della discrepanza tra parole e fatti. Poi, siamo ragionevolmente certi che, nel paese che ha mandato in vacca anche il fact checking (non ne avevamo dubbi, peraltro) e che ha una predisposizione genetica per l’autoassoluzione, anche questo nostro sarà un esercizio del tutto futile. Agli atti, dunque, enfasi nostra:
«Nella legge di stabilità ci sarà ben più di un miliardo, io penso poco meno che due, per ammortizzatori sociali a favore di co.co.co. e co.co.pro. E copriremo la spesa con la spending review, non con nuove tasse» (Filippo Taddei, intervista ad Avvenire, 21 settembre 2014)
Notarella a margine: le risorse per ammortizzatori sociali indicate da Taddei le consideriamo aggiuntive a quelle esistenti, visto l’esclusivo riferimento a rapporti di lavoro precari e non al lavoro dipendente. Nella dichiarazione non c’è infatti riferimento al dirottamento di fondi per la cassa integrazione in deroga verso il nuovo sussidio universale di disoccupazione ma questo “travaso” dovrà necessariamente avvenire, contestualmente alla progressiva dismissione della cassa in deroga, quando il Jobs Act sarà divenuto legge dello Stato. Diversamente, oltre a prenderci per i fondelli, faremo le nozze coi fichi secchi (cosa peraltro altamente probabile, a giudizio di chi scrive).