Lavoro, la ripresa non esiste

Sia plauso a Istat, che arricchisce di nuovi dati la nostra conoscenza delle dinamiche profonde del mercato italiano del lavoro. Da oggi inizia infatti la diffusione degli indici, generale e settoriali, del “numero delle posizioni lavorative dipendenti”. Una serie storica tanto rilevante quanto politicamente sensibile, anche per la nota azione governativa. Sfortunatamente per Matteo Renzi & C., il dato non è esaltante.

Parola all’Istat:

Nel primo trimestre 2015 le posizioni lavorative nel totale dell’industria e dei servizi diminuiscono, in termini destagionalizzati, dello 0,1% sul trimestre precedente. Rispetto ai primi tre mesi del 2014, l’indice cala dello 0,8%. L’indice destagionalizzato delle posizioni in somministrazione aumenta, in termini congiunturali, del 6,9% e, in forma grezza, del 18,8% rispetto al primo trimestre 2014.

Nel complesso dell’industria e dei servizi, il monte ore lavorate diminuisce, in termini destagionalizzati, dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il primo trimestre del 2014 il dato corretto per gli effetti di calendario rimane invariato.

Le ore lavorate per dipendente nel primo trimestre 2015 non mostrano variazioni, in termini destagionalizzati, sul trimestre precedente. Rispetto allo stesso trimestre del 2014, l’indicatore, corretto per gli effetti di calendario, segna un aumento dello 0,2%.

Serve traduzione? No, vero? Richiameremmo la vostra attenzione sul totale di ore lavorate, che è l’indicatore principe dei livelli di attività. Quante altre evidenze vi servono?

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