Neolingua d’Italia, o degli aiuti di stato a prezzi di mercato

Intervenendo a Lucca, al congresso nazionale dell’Acri, il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ha elaborato sul tema dello smaltimento dei crediti deteriorati del sistema bancario, ed inevitabilmente sulla bad bank a partecipazione pubblica, che dovrebbe affiancare (se le parole di Morando riflettono gli intendimenti del governo) la deducibilità fiscale delle perdite su crediti in un solo esercizio in luogo degli attuali cinque. Vi confessiamo che noi il pensiero di Morando non riusciamo a capirlo.

Proviamo quindi ad analizzare l’elaborazione, partendo da qui:

«Dobbiamo creare anche un mercato delle sofferenze bancarie e non vogliamo e dobbiamo fare cose analoghe a quanto fatto in altri paesi»

Ma perché, in Italia non esiste un “mercato delle sofferenze bancarie” oppure, più semplicemente, esiste una ampia distanza tra prezzo desiderato dalle banche venditrici e quello offerto dai potenziali compratori? E se questo gap è ampio, ciò equivale ad un “fallimento del mercato”? Non scherziamo, per favore. Quanto al riferimento “ad altri paesi”, pare esserlo alla Spagna, che ha preso a prestito 41 miliardi dall’ESM e ha creato il FROB, Fondo per l’Ordinata Ristrutturazione del settore bancario. Il FROB controlla la SAREB, che è l’asset manager che gestisce i crediti deteriorati, ed al cui capitale partecipano anche banche estere. Prosegue Morando:

«Non è aiuto se la garanzia è apposta a condizioni di mercato, se le cose vanno male la garanzia è esercitata e i contribuenti partecipano alle perdite. Ma se le cose vanno bene, lo Stato si fa remunerare a prezzi di mercato»

Ehi, aspetta: ma se “la garanzia è apposta a condizioni di mercato” ciò significa che un mercato esiste e che non c’è nessun fallimento di mercato, giusto? E poi, che vuol dire “se le cose vanno bene” e “se vanno male”? Vi facciamo un piccolo esempio. Una banca ha iscritto a bilancio crediti, per un valore netto di 50, cioè dopo aver rettificato l’importo originario del prestito (diciamo 100) delle perdite presunte sul medesimo. Un intermediario specializzato in crediti deteriorati dice alla banca: “vorrei comprare i tuoi crediti in sofferenza, ti pago 20”. Al che, il banchiere sobbalza sulla sedia: “Ma sei scemo? Valgono 50!”. E l’intermediario: “Per te valgono 50, per me valgono 20. Se pensi di riuscire a trovare chi ti pagherà quei 50, procedi pure. E auguri”. Il banchiere si inquieta e telefona ad un ministro, un vice ministro ed un sottosegretario proponendo: “Se voi ci aiutaste a togliere questi crediti dal portafoglio, noi potremmo fare tanti bei prestiti alle imprese. Pensate che bello, l’Italia risorgerebbe più bella e più forte che pria“. Al che, ministro, vice e sottosegretario si industriano ma vanno a sbattere la testa contro il muro di Bruxelles (ah, se solo potessimo stampare moneta!)

Il governo allora invoca il “fallimento del mercato” e tenta di creare una bad bank che compri quel credito a 50, definendolo “prezzo di mercato”. Ohibò, qualcosa non fila ma immaginiamo che ciò avvenga. Al termine del processo di recupero del credito e delle procedure legali ad esso sottese, si scopre che da quel credito si sono recuperati solo 20. C’è quindi una perdita di 30, che la bad bank pubblica si porta a casa. In altri termini, “la garanzia viene esercitata ed i contribuenti partecipano alle perdite”, come direbbe Morando. Ipotizzate invece che l’economia riprenda e da quel credito si ottenga 70. In quel caso c’è un profitto, che va alla bad bank, ed il banchiere che ha ceduto quel credito può serenamente prendersi del pirla dai suoi azionisti. Ma è assai improbabile che questo secondo scenario si materializzi, non temete. Mentre circa la realizzazione del primo scenario, ve lo diciamo con un hashtag: #statesereni.  Questa, come direbbe Morando,

«Pensiamo che sia una soluzione praticabile. Malgrado due mesi di discussioni infruttuose stiamo quindi insistendo»

Bravi, insistete. Chissà che prima o poi non riusciate a sfondare i conti pubblici per l’ennesima volta. Ma forse siamo noi ad essere malpensanti, chi può dirlo. Per questo, se il nostro governo se ne uscirà con un piano di sofisticata ingegneria finanziaria per disperati e riuscirà a strapagare quei bad loans senza danneggiare le tasche dei contribuenti, saremo i primi a profonderci in scuse ed elogi. E a levarci in volo felici in groppa ad un asino.

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