Pubblicati oggi da Istat i dati di produzione industriale di luglio. Ottimo risultato complessivo, con aumento di 1,1% mensile e del 2,7% annuale, corretto per gli effetti di calendario. Non è un dato inatteso, come sa chi segue questi pixel, ed è in misura non lieve condizionato da “fattori climatici”, come sottolinea lo stesso Istat. A conferma del fatto che a volte si può prevedere il futuro senza essere paragnosti.
Entro la tripartizione di voci che compongono la produzione industriale, infatti, scopriamo (ma non troppo) che la componente “fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria” esplode su base mensile del 7,1%. Frutto assai prevedibile dell’ondata di calore di luglio, come vi era già stato segnalato, ricordate? Quanto alle altre componenti, si rileva una ripresa dell’attività estrattivo-mineraria, legata soprattutto alla raffinazione, mentre la manifattura cresce di un rispettabilissimo 0,7% mensile, spinta ancora una volta dalla produzione di mezzi di trasporto, a +3,3% mensile, e che si riverbera nel positivo dato di produzione di beni durevoli di consumo, a +5,7% mensile. Su base trimestrale mobile, l’aumento di produzione industriale complessiva è dello 0,5%, incluso il boom da climatizzatori, al quale occorre aggiungere anche il recupero delle anomalie statistiche da mancata destagionalizzazione, legate al ponte del 2 giugno.
Come già detto, l’evoluzione della congiuntura globale, con le forti turbolenze agostane e la persistente incognita dei paesi emergenti, rende i dati di luglio piuttosto obsoleti, ed i segni di debolezza globale della manifattura inducono alla cautela. Per avere riscontri più robusti occorrerà attendere i dati macro di agosto e, soprattutto, settembre. L’incertezza è quindi destinata a permanere, costringendo i cercatori di certezze a rifugiarsi nei titoli e nei commenti di giornali e tg.