Jobs Act, e sai cosa bevi

Proseguendo nella sarabanda di analisi ed inferenze di dati dal mercato italiano del lavoro, il nostro esecutivo dà ulteriore prove di enorme capacità di generazione di spin, nell’indefessa opera di rimbecillimento informazione della pubblica opinione su tutto quanto può servire per permetterci di alzarci la mattina consapevoli che in questo paese “tutto è cambiato”, e che è in atto un “cambiamento molecolare”, come direbbe il nostro premier.

È di ieri il comunicato del MEF a commento dei dati dell’Osservatorio Partite Iva del mese di luglio. Da cui si evince che vi è stato un “deciso decremento”, pari al 10,9%, per le aperture di partite Iva da parte di persone fisiche. Per quale motivo? Ah, saperlo. Anzi, al MEF lo sanno o perlomeno hanno un’idea ed uno spin, in apertura di comunicato:

«Il calo potrebbe essere stato influenzato dall’entrata in vigore delle nuove forme contrattuali previste dal “jobs act”, accompagnate dagli incentivi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato, che potrebbero aver favorito la costituzione di rapporti di lavoro dipendente rispetto a rapporti di lavoro autonomo con partita Iva»

Beh, si, potrebbe. O anche no. Ma qui parliamo di luglio 2015 su luglio 2014, giusto? E come si può inferire una tendenza da un singolo dato? Vai a saperlo. Proviamo allora a fare la somma delle aperture di partite Iva dalla entrata in vigore del contratto a tutele crescenti (marzo 2015), e confrontarla con lo stesso periodo del 2014. I dati li trovate qui, e sono molto comodi. In sintesi, nel periodo marzo-luglio 2015 abbiamo avuto 164.823 nuove aperture. Nello stesso periodo del 2014 si sono avute 162.422 nuove aperture. Quindi, nel periodo di introduzione del contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, si sono avute più aperture di partite Iva rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Certo, se prendete un singolo mese potete ipotizzare tutto ed il contrario di tutto ma difficilmente vincerete un premio per onestà intellettuale oltre che statistica, diciamo.

Ma non preoccupatevi: al MEF commenteranno questo dato cumulativo dicendovi che “dopo quello dipendente, riparte anche il lavoro autonomo, è proprio #lavoltabuona”. E questo Jobs Act, che ormai cura anche calvizie, patereccio e presto si cimenterà con patologie più impegnative, tornerà presto a dar notizie di sé. Ve lo facciamo dire dal vecchio Louis: chi meglio di lui?

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