Romano Prodi afferma che tutta la Gad (o Fed, o come diavolo si chiama ora) è unita nel sostenere la ratifica del Trattato costituzionale europeo sull’allargamento. Contrordine pressoché immediato di Fausto Bertinotti, che dichiara:
”Il presidente Romano Prodi si e’ sbagliato, come lui stesso può testimoniare. Forse facendosi prendere dal proprio entusiasmo di protagonista, come presidente della Commissione europea, ha esteso alla Grande alleanza democratica la sua scelta politica riguardo il Trattato costituzionale europeo e la sua ratifica”. Lo afferma il leader di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti. ”Viceversa – aggiunge Bertinotti – Rifondazione comunista è impegnata insieme a tutti i partiti della Sinistra europea ad opporsi ad un Trattato costituzionale che da’ forza giuridica al primato del mercato in Europa e che risulta lontano dalle aspirazioni dei popoli di pace e di un’altra Europa”.
Ancora una volta, il cartello di centrosinistra, unito programmaticamente dall’avversione a Berlusconi (e a Bush), trova modo di dividersi appena si esce dal campo della negatività e si entra in quello della positività, cioè della costruzione di posizioni politiche che non siano il semplice rigetto di quelle altrui.
Ma c’è dell’altro. Esiste, in questo momento, un diffuso malessere riguardo la costruzione europea. Questo malessere viene da destra (scusate la banalizzazione), ad esempio con i timori sulla perdita dell’identità nazionale, travolta dalla “diluizione” della tecnocrazia comunitaria; o dalla frustrazione contro un patto di stabilità e crescita che “privilegia” la prima e annichilisce la seconda. Ma il malessere viene anche da sinistra, dalle posizioni di Bertinotti e di parte della sinistra, più o meno antagonista, contro l’Europa (vera o presunta) delle banche e del grande capitale. Sono tutte posizioni rispettabili, perché ciò che è rispettabile e da difendere è la dinamica democratica del dibattito e la cultura del dubbio. Eppure…eppure, soprattutto in Italia, e dalle posizioni del centrosinistra, esiste un vero e proprio monolite culturale, quello in base al quale ogni critica nei confronti della costruzione europea è un’eresia, da mettere all’indice ed esecrare come sovversiva. Berlusconi vorrebbe rivedere il patto di stabilità per renderlo più flessibile e meno avverso alla crescita economica? Giammai, “il patto non si tocca”, slogan che ricorda quelli di anni più o meno vicini a noi: “Giù le mani dalla scala mobile”, “Giù le mani dalla legge 194”, “La Costituzione non si tocca”, questo non si fa, quello non si tocca. La lunga marcia verso la cultura del dubbio, del dibattito e in definitiva della democrazia è sempre particolarmente accidentata…