I dati non sono ancora definitivi, ma sembra che la democrazia, questo concetto creato dalle forze del male neocon (in versione ebraica o evangelica, non è ancora appurato) sia stata avvistata in Iraq. Ancora una volta, l’Impero del Male amerikano ha colpito a morte le libere coscienze di dittatori e autocrati, segnatamente di quelli mediorientali. Con una brutalità senza precedenti, pare che otto milioni di “cittadini” (termine pericolosamente illuminista) iracheni siano stati indotti, sotto la minaccia delle armi di persuasione di massa del Grande Satana di Washington, a recarsi a deporre in un’urna, sotto l’intollerabile tutela della propria privacy politica e civile, la propria preferenza elettorale. Costernazione nelle principali cancellerie della Vecchia Europa. Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, atterrito dalla sconvolgente notizia, si è chiuso in un silenzio carico di dolore e disperazione. Anche in Italia si segnala la profonda esecrazione di larga parte della sinistra per la brutale violazione dei diritti delle autocrazie, perpetrata in una terra di antica e nobile civiltà quale è l’Iraq. I principali organi di stampa liberal, come Repubblica, hanno dedicato ampio spazio alla cattività di Saddam Hussein, ultimo dittatore democraticamente plebiscitato dell’Iraq, ricordando con struggente nostalgia che quest’uomo “da 400 giorni sta in una cella di tre metri per quattro, dove scrive poesie e cura una piccola palma”. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha detto che in Iraq sarebbero bastate delle primarie per risolvere i gravi problemi causati dall’occupazione militare, purché vi fosse stato un candidato unico, e non fosse passato per la mente a nessuno di introdurre esecrabili forme di multipartitismo e candidature alternative. Secondo l’organo ufficiale in Italia dei partigiani islamofascisti iracheni, l’Unità (molto letto a Milano da alcuni giudici per l’udienza preliminare), pare che solo il sessanta per cento degli elettori abbia ceduto alle minacce amerikane, recandosi alle urne. Nulla di paragonabile alla leggendaria prova di audacia ed eroismo civile a cui abbiamo assistito la settimana scorsa quando, in occasione delle suppletive a Bari, e malgrado la reiterata minaccia al Progresso esercitata da un governo che rappresenta la più pura espressione del Maligno, ben il 30 per cento di coraggiosi cittadini ha espresso il proprio libero voto. Anche a Porto Alegre, dove si tiene il periodico World Social Forum, si sono vissuti momenti di profonda tristezza. Il noto scrittore antisionista Jose Saramago, che nei mesi scorsi ha acquisito in tutto l’orbe terracqueo una più che meritata fama per aver sostenuto che israeliani ed ebrei utilizzano le discutibili e non sufficientemente comprovate vicende, avvenute peraltro più di sessant’anni addietro, conosciute con il sinistro termine neocon di “Olocausto” (sic), per proseguire impunemente nel proprio disegno di sterminio del popolo palestinese, ha immediatamente dichiarato che, di fronte alla barbarie democratica e liberale, “un altro mondo è possibile”. Attendiamo gli sviluppi, continuando a fare ardere nel nostro cuore la speranza che, alla fine, la democrazia non prevarrà.
Eversione
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