Non ci sono ancora certezze sulle relazioni di causa-effetto tra presenza di discariche e patologie, ma di certo in 104 comuni della provincia di Caserta e 92 della provincia di Napoli i dati epidemiologici mostrano un “eccesso significativo”, rispetto quanto si attendeva a livello regionale, di mortalità generale, di mortalità per varie cause tumorali e di malformazioni. Lo dice uno studio pilota sul “Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana” condotto dall’Oms, l’Istituto superiore di sanità, il Cnr, l’assessorato alla Sanità e l’Osservatorio epidemiologico della Campania. Il rapporto, presentato oggi dal commissario straordinario per i rifiuti Corrado Catenacci e dal responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, analizza il periodo compreso tra il 1994 e il 2002. Sono state studiate 20 cause di morte, tra cui la mortalità per tutte le cause, quella legata ai tumori più diffusi (esofago, stomaco, retto, polmoni, mammella, vescica, rene e leucemie) e le cause maldefinite.
Ci riserviamo di verificare ed approfondire questa notizia. In caso fosse confermata e scientificamente fondata (dove “scientificamente fondata” significa che la metodologia utilizzata nella ricerca dovrebbe essere antitetica a quella impiegata da The Lancet per stimare il numero di morti civili iracheni dall’inizio del conflitto), dovremmo giungere alla conclusione che l’elevato numero di discariche abusive gestite dalla criminalità organizzata, che contribuiscono al “pane e companatico” di parte della popolazione campana, stanno iniziando a lasciare tracce indelebili nelle condizioni di vita della regione. Suggeriremmo a tutti i masanielli bipartisan, sempre pronti a scendere in piazza con il parroco di turno per avversare ogni ipotesi di discariche e termovalorizzatori legali, di riflettere anche su questo dato.