(ANSA) – BOLOGNA, 12 MAG – Progetto Comunista, la sinistra di Rifondazione Comunista, chiede l’autonomia del Prc dall’Unione nel 2006, un’ ”emancipazione” che si concretizzerebbe in una presentazione alle politiche con proprio simbolo e proprio candidato premier, e in patti di desistenza con l’Unione per la conquista dei collegi piu’ difficili. Lo hanno spiegato Marco Ferrando, della direzione nazionale di Prc e portavoce di Progetto Comunista, e Michele Terra, del comitato politico nazionale, in una conferenza stampa a Bologna.
A Bologna infatti Progetto Comunista chiedera’ l’uscita a di Prc della Giunta Cofferati. ”Cofferati però non è solo ‘caso Cofferati”’secondo Ferrando, che giudica una eventuale uscita ”un varco salutare per una ricollocazione del partito a livello nazionale”. La Giunta Cofferati, e altre di centro sinistra di recente formazione sono prodotto di una ”domanda di sinistra”, ma finiscono per produrre ”politiche di destra”. Tre gli esempi prodotti: la giunta ligure (”l’assessore al bilancio è quello della precedente giunta di centro destra, accusato di aver affossato la sanità); quella calabrese (”assessore agli affari istituzionali è lo stesso della passata di centro destra che ha introdotto lo sbarramento al 4% per i partiti minori”); e la pugliese (”l’assessore alla sanità ha gia’ detto che per l’abbattimento dei ticket non ci sono i fondi”). ”La svolta ‘governista’ di Bertinotti doveva far crescere il partito e spostare a sinistra l’Unione – ha aggiunto Ferrando – invece abbiamo perso 400mila voti alle regionali”. Prc, per Ferrando, sembra al suo elettore ”schiacciata” da una alternativa, quella di Prodi e Fassino, ”sempre piu’ liberale e potenzialmente antipopolare”. Così ”se politiche dell’Unione sono multilateralismo per l’estero e risanamento economico per l’interno, noi non ce ne faremo corresponsabili” [???, ndr.] . La mancanza di compattezza nel fronte del centro sinistra per Ferrando non causerà perdite di voti, anzi: ”Credo che la ragione della vittoria del centro sinistra alle amministrative non sia stata la sua unione, ma la perdita di credibilita’ di Berlusconi. Candidarci autonomamente significa riconquistare quell’elettorato radicale a rischio di polverizzazione o astensionismo”. (ANSA).
Sembra quindi che, almeno per parte della assai corposa (40 per cento) minoranza interna al Prc, stia prevalendo l’idea che è meglio l’opposizione sine die ad un riformismo che, proprio perché non rivoluzionario, riformismo non è, e si risolve in fiancheggiamento delle Forze Oscure della Conservazione, di cui gente come Cofferati sono i burattini. La perfetta sintesi di cospirazionismo ed autosegregazione politico-“razziale”.
Mentre attendiamo che anche la giunta di San Nikita di Bari si scontri con la realtà, segnaliamo l’inizio di un’attività onirico-revisionistica che si preannuncia intensa, a quelle latitudini (via Daw).
En passant, segnaliamo la rimarchevole onestà intellettuale di chi ha fatto campagna elettorale alle regionali promettendo l’eliminazione dei ticket sanitari, salvo poi affermare (ad elezione conseguita, of course) che non ci sono i fondi per farlo.
P.S. I bookmaker inglesi stanno iniziando a raccogliere puntate sulla durata del governo Prodi 2. Alla luce di notiziole di questo tipo, noi scommetteremmo non oltre la prima Legge Finanziaria…