C’è Diaco, cambia canale

Fantastica performance di Pierluigi Diaco, l‘enfant prodige (?) del giornalismo (??) italiano, di recente migrato da Sky, dove la sua professionalità aveva incontrato inusitati ostacoli, a RaiNews24, la rete di stretta osservanza marxista-zapatista-zapaterista del cosiddetto servizio pubblico. Ieri sera, il nostro brillante e saccente tardo-adolescente si è prodotto in una memorabile intervista genuflessa a Romano Prodi, nei locali della leggendaria Fabbrica del Programma.

Quaranta minuti di frasi fatte, luoghi comuni e domande talmente incisive ed incalzanti da far apparire Bruno Vespa come un inviato di guerra, reporting live dal teatro delle operazioni. “Professor Prodi, ma lei qui ascolta più la ‘ggente che i politici, è una novità assoluta”, “professore, lei qui sta cambiando i tempi della politica, si prende tutto il tempo necessario per ascoltare anziché andare di fretta come di solito fanno i politici”, “Volevo dire ai telespettatori, che tanto hanno sentito parlare del colore dei capelli di Prodi…beh, posso assicurarvi, è proprio Prodi, al naturale”.

E Prodi, all’inizio piuttosto ruvido e burbero, evidentemente per pregressa conoscenza del personaggio che gli stava di fronte, si è via via sciolto: “Mo caro figliolo, io avrei potuto starmene a Bruxelles a fare altro, mo sa…” “Mo veda, io ho passato 25 anni in università e solo gli ultimi dieci in politica, ed ora voglio riportare nella politica tutti i tempi delle riflessioni dell’università, ah beh beh”, “Mo guardi, con questa storia dei capelli stanno facendo impassire il mio barbiere”.

Rientro in studio. Diaco reitera: “All’inizio credevo che mi sarei trovato di fronte una persona piuttosto distante, l’intervista ad esempio doveva durare otto minuti: alla fine è durata quaranta”. A Rosy Bindi, ospite in collegamento da una Festa de l’Unità: “Onorevole Bindi, lei è bellissima, dia retta”. E via sdilinquendosi con Roberto Villetti, ex direttore de l’Avanti, che somiglia in modo inquietante a Woody Allen e che si lancia in una clamorosa excusatio non petita (“Pierluigi, c’è un tempo per essere aggressivi ed uno per porre domande che aiutino il pubblico a capire, e tu stasera hai fatto proprio questo”). Grandi slurpate anche per il margheritino Giulio Santagata, responsabile della Fabbrica.

Se non avete di meglio da fare, e volete verificare direttamente cosa è la nouvelle vague del giornalismo italiano, sintonizzatevi ogni sera su RaiNews24 alle 21.15. Il watchdog Diaco vi aspetta ringhiando, accucciato sulle ginocchia del politico di turno.

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