Oggi il Sole-24Ore segnala che le polizze assicurative unit-linked, un prodotto assicurativo-finanziario esente dalla tassa di successione, stanno conoscendo una seconda giovinezza, con un incremento della raccolta premi nel primo quadrimestre dell’anno pari al 18 per cento. E’ la reazione dei risparmiatori alle ipotesi di reintroduzione dell’imposta di successione, formulata dall’attuale maggioranza. Le polizze unit-linked tecnicamente coniugano caratteristiche delle polizze-vita con quelle dei fondi comuni d’investimento. Questo tipo d’investimento è impignorabile ed insequestrabile. I capitali liquidati in caso di morte dell’assicurato non ricadono nell’asse ereditario. Negli ultimi anni si è verificata un’evoluzione del prodotto, con l’introduzione di meccanismi di protezione o riduzione delle perdite ottenuti tramite utilizzo di opzioni. Si tratta di un investimento mediamente costoso, e che era caduto in disuso dopo il 2001, quando il governo Berlusconi abolì l’imposta su successioni e donazioni, ma che evidentemente consente ai risparmiatori di barattare il maggiore costo con la possibilità di sottrarre imponibile all’asse ereditario, nell’ipotesi di reintroduzione della “tassa sulla morte”.
Peraltro, le caratteristiche di queste polizze le rendono particolarmente utili per consentire un loro utilizzo anche per costituire una successione a favore di soggetti con i quali l’assicurato non ha vincoli giuridici di parentela, come nelle unioni di fatto. Si segnala anche un forte aumento delle pratiche notarili di donazione di immobili tra privati, per le stesse motivazioni dette sopra, mentre molti piccoli e medi imprenditori, alle prese con la problematica della successione familiare in azienda, stanno meditando di spostare la sede legale dell’impresa in paradisi fiscali o comunque in stati le cui legislazioni fiscali non contemplino l’imposta di successione. Ricordiamo che, nel tradizionale minuetto di dichiarazioni ad effetto, la sinistra radicale aveva ipotizzato in campagna elettorale (proprio per bocca dell’attuale presidente della Camera) l’applicazione dell’imposta di successione sugli attivi ereditari a partire da soli 175.000 euro (il controvalore di un micro-appartamento in un centro urbano), mentre Prodi ed altri esponenti “moderati” dell’Unione avevano parlato di una soglia di tassabilità a partire da 500.000 euro.
Come che sia, l’effetto pratico di questi annunci è quello di produrre comportamenti fiscalmente elusivi (o meglio, di legittima difesa) dei risparmiatori, e di restringere l’imponibile potenziale, ben prima dell’eventuale introduzione delle nuove misure fiscali. E mentre il campionario di misure di vendetta sociale a lungo sognate dalla sinistra antagonista perde i petali come una margherita, attendiamo la manovra “pesante” annunciata dal ministro dell’Economia Padoa Schioppa. Questa volta le regioni, per bocca del diessino emiliano Vasco Errani, si dicono pronte a far la propria parte, use a obbedir tacendo.
La Rivoluzione può attendere, la leggendaria manovra in simultanea, fatta di rilancio e risanamento, pure. Sullo schermo, la dissolvenza di un enorme panettone che si staglia all’orizzonte.