Una buona formazione sui temi economici di base è il fondamento per buone politiche economiche. In una democrazia, i cittadini ottengono (quasi sempre) il governo che votano. Se le persone hanno idee confuse o distorte sul modo in cui l’economia funziona, il risultato è una cattiva policy. Scrive Newsweek, nel tentativo di analizzare le cause della minore crescita economica europea rispetto agli Stati Uniti:
In France, books approved by the Education Ministry promote statist policies and voodoo economics. “Economic growth imposes a way of life that fosters stress, nervous depression, circulatory disease and even cancer,” reports “20th-Century History,” a popular high-school text published by Hatier. Another suggests Margaret Thatcher and Ronald Reagan were dangerous free-market extremists whose reforms plunged their countries into chaos and despair.
Chi scrive ha assistito, mesi addietro, ad un convegno sull’etica degli affari e d’impresa, in cui un docente universitario si è esibito in questa balzana definizione di giusto profitto:
“Se ho un azienda che vende torte, e voglio aumentare i miei profitti, posso utilizzare delle uova marce, che mi costano meno. Ecco, in questo caso i miei profitti aumentano, ma sul piano etico ciò è inaccettabile. Per questo il profitto va bene, ma non deve essere eccessivo.”
Abbiamo inutilmente cercato di far comprendere a questa persona che se in Italia esistesse realmente un’entità chiamata mercato, la ricerca del profitto basata sulla truffa e la manipolazione sarebbe sanzionata con l’espulsione dal mercato stesso, e che il “giusto profitto” è quello che origina da mercati competitivi ed efficienti, senza bisogno di scomodare il problematico concetto di etica. Tutto inutile. Il nostro interlocutore ha ribadito i propri convincimenti, suggellati autodefinendosi “liberale di sinistra”. Metodologicamente, la confutazione del mercato si basa proprio sul prendere ad esempio situazioni di non-mercato come alibi per invocare maggiore regolamentazione, in un circolo vizioso senza fine.
Forse in Europa qualcosa sta cambiando. In peggio, a giudicare dalla profonda involuzione che l’analisi dei temi economici sta subendo in Italia, dopo l’arrivo al governo di forze politiche ottocentesche, che basano la propria visione dell’economia sul paradigma del gioco a somma zero, dove per ogni vincitore c’è necessariamente un vinto. Newsweek è tuttavia ottimista, speriamo abbiano ragione loro.
E proprio per promuovere la divulgazione sui temi economici, ed il debunking delle tesi antiliberiste, segnaliamo un interessante libro del giornalista e consulente inglese Tim Harford. Ovvero, come sia possibile scoprire perché il prezzo del caffè è diverso da un bar all’altro, perchè non farete mai un affare comprando un’auto usata, come ha fatto la Cina a diventare ricca, e molti altri “segreti”. Un libro agile ma che induce a riflettere. Come nel caso di questa frase:
“La Cina comunista e l’Unione Sovietica hanno ucciso decine di milioni di persone, spesso a causa di un puro e semplice fallimento economico.”
Attendendo anche in Italia un Piero Angela dell’economia.