Vendere Telecom allo scoperto?

A giudicare dal ritmo delle innovazioni tecnologiche che si susseguono nell’ambito della telefonia fissa e mobile, forse non sarebbe una cattiva idea liberarsi della telefonia nazionale per non essere costretti, in un futuro assai prossimo, a lanciare campagne di soccorso pubblico. E’ di oggi la notizia che la compagnia Jajah, fondata un anno fa, ha attivato un nuovo servizio, chiamato Mobile Suite, che utilizzerà la tecnologia VoIP per effettuare telefonate nazionali e internazionali dai telefoni mobili con un risparmio dell’87% rispetto alle tariffe delle compagnie tradizionali. Per il momento sono abilitati a questo servizio gli apparecchi con sistema operativo Symbian e i telefonini con applicativi Java (questi ultimi dovranno però scaricare un’applicazione dal sito di Jajah). Le telefonate potranno essere effettuate anche con l’invio di un Sms contenente il proprio numero e quello che si desidera chiamare: sarà poi la stessa Jajah a mettere in comunicazione i due apparecchi. L’offerta Mobile Suite si inserisce nella politica di Jajah, che, a differenza di Skype e di altre compagnie VoIP, ritiene che l’apparecchio telefonico rimarrà sempre il mezzo preferito dalle persone per comunicare e non sarà mai rimpiazzato dal computer.

Prosegue quindi l’erosione di redditività delle compagnie telefoniche integrate, quelle che hanno basato il proprio modello di business sulla convergenza tra fisso e mobile, e presto il fenomeno si estenderà anche alle società specializzate esclusivamente nel mobile. Ciò ha finito col vanificare i tentativi di recuperare redditività attraverso la fusione per incorporazione di società di telefonia cellulare in quelle di rete fissa, nel tentativo di aumentare gli utili per azione ed i rapporti prezzo/utile. Anche la mossa difensiva successiva, quella della creazione di media company attraverso joint ventures con fornitori di contenuti (che tradizionalmente presentano multipli azionari più elevati) appare una difficile scommessa. Nel caso di Telecom Italia, l’evidente e pesantissima contaminazione politica della gestione aziendale ha già prodotto nell’ordine l’abbandono delle trattative per la creazione di una media company da parte di Rupert Murdoch, e le dichiarazioni piuttosto spericolate (ma politicamente correttissime…) di Guido Rossi sulla sostenibilità del debito del gruppo Telecom Italia, e quindi sul venir meno dell’esigenza di cedere la telefonia mobile.

Dalle ceneri della telefonia nascerà il nuovo Iri? Non pochi aspiranti boiardi di stato ci contano.

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