Scavando in quell’inesauribile miniera di trucchi contabili ed ideologismo becero che è la legge Finanziaria 2007, si scoprono alcune autentiche perle, degne di quella che l’attuale maggioranza definiva la contabilità creativa di Tremonti.
Ad esempio, riguardo il trasferimento all’Inps del tfr inoptato, cioè del risparmio forzoso dei lavoratori che non sarà destinato alla previdenza complementare, si apprende che Confindustria si dice “soddisfatta”, per bocca del proprio direttore generale, Maurizio Beretta (un ex giornalista della redazione Economia del Tg1) dell’accordo, perché fondato sulla “transitorietà” del trasferimento all’Inps dei fondi sottratti alla disponibilità delle imprese con oltre 50 dipendenti. Alla fine del prossimo anno è prevista infatti la revisione del protocollo d’intesa, e Confindustria non fa mistero di attendersi l’eliminazione del provvedimento ed il rientro dei fondi in azienda.
Si noti che i fondi trasferiti all’Inps dovrebbero essere convogliati ad un fondo segregato, destinato al finanziamento di opere pubbliche ed infrastrutture, cioè d’investimenti di medio-lungo periodo. Come ciò possa conciliarsi con un provvedimento di finanziamento di durata annuale, resta un mistero. Appare quindi di tutta evidenza che il governo sta tentando un artificio contabile per ridurre il deficit Inps, e garantirsi un anno di tranquilla inazione sul versante della riforma delle pensioni. Tra un anno, ci si rivede.
Altra manovra di mirabile window dressing è rappresentata dal negoziato per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego, relativo alla parte economica per il biennio 2006-2007. Ebbene, la Finanziaria prevede che gli aumenti contrattuali potranno entrare in vigore solo dal primo gennaio 2008, comprensivi di arretrati. Ennesima manifestazione di rinvio di oneri di bilancio ai prossimi esercizi contabili. Ma che dovrà mai accadere nel 2007? Tutto e nulla, l’importante è acquistare tempo e gettare fumo negli occhi di Almunia (cosa peraltro piuttosto agevole) ed alle agenzie di rating. Esercizio, quest’ultimo, assai poco praticabile, vista la durissima messa in mora del governo pronunciata ieri da Standard and Poors.
Con la sola imposizione delle mani, il mago Otelma Prodi procede a risanare il bilancio pubblico. Per il bene dell’Italia.
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