Nuovo episodio della discesa agli inferi di Daniele Capezzone, il defenestrato ex-segretario dei Radicali italiani, caduto in disgrazia per aver osato fare ombra al Gran Sacerdote della setta di Torre Argentina.
C’è di buono, nei radicali, che sono massimamente trasparenti anche quando si esibiscono in prevaricazioni e mobbing ai danni di propri dirigenti. Ma resta l’effetto d’insieme di un partito formalmente dotato di uno statuto e di periodiche assise democratiche per definire linea politica e dirigenza, mentre la sostanza dei fatti è quella di un despota vittima del proprio istrionismo, che fa e disfa carriere politiche a piacimento del proprio ego bulimico. Vi siete chiesti, ad esempio, come mai al conclave di Caserta abbia partecipato Pannella e non la segretaria politica dei Radicali italiani, quella gentile signora dalle rotondità e dall’eloquio fluido quanto quelli di una simpatica massaia?
Ma non temete: sono liberali, quindi per definizione meritocratici. Ci sarà sicuramente qualcosa che ci sfugge.