Per amor di sintesi

“Nel frattempo, grazie ai tagli delle tasse di Bush, sono arrivati i dati record di entrate per l’Erario americano, la diminuzione del deficit e l’aumento della spesa pubblica.”

Scriveva così, ieri (giorno dispari, quindi dedicato all’economia), il giovane tuttologo iperwilsoniano titolare di un avviato Bar Sport. Per amor di analisi, vale la pena ricordare che il dato a cui il Nostro si riferisce è il Monthly Budget Statement di aprile, mese che contabilizza per cassa le dichiarazioni dei redditi degli americani (individual tax deposits), evidentemente relative ad un anno di più che soddisfacente crescita economica. Questi dati dovranno misurarsi quest’anno con la realtà di un’espansione americana in rallentamento. Poi, i tagli delle tasse di Bush sono del 2003. Pur avendo certamente esercitato un robusto impulso espansivo, dubitiamo che possano essere messi in causazione diretta con il flusso di cassa dell’erario statunitense dell’aprile 2007.

E riguardo il più che soddisfacente andamento del deficit federale, non sfugga la “coincidenza” di un aumento a livelli record tanto di gettito fiscale che di spesa pubblica. Per Rocca, quest’ultimo dato è un merito (frutto forse di sue vecchie incrostazioni marxiste), la realtà parla invece di una classica dinamica di tax and spend in cui Presidenza e Congresso sono complici. Ultima nota: è vero che Bush ha tagliato le tasse (nel 2003), ma è altresì vero che le tasse negli Stati Uniti stanno aumentando, a causa del meccanismo perverso della Alternative Minimum Tax, calcolata a grandezze nominali (a differenza dell’imposta federale sul reddito, i cui scaglioni sono indicizzati al costo della vita). A causa di questa dinamica, un crescente numero di contribuenti statunitensi, soprattutto quelli della middle class, si trovano a pagare sempre più tasse.

Ad esempio, in regime di AMT viene esclusa la deducibilità delle imposte sul reddito pagate a stati e contee. Più in generale, quanto maggiori sono le deduzioni di cui il contribuente fruisce, tanto più elevata è la probabilità che egli si trovi assoggettato alla AMT. L’Amministrazione Bush, un po’ furbescamente, ha realizzato delle proiezioni pluriennali di bilancio molto favorevoli proprio perché basate sulla persistenza del regime AMT, cioè sull’assoggettamento ad essa di un numero crescente di famiglie statunitensi, un vera e propria poison pill per il Congresso a maggioranza democratica, che dovrà trovare svariati miliardi di dollari ogni anno per impedire questa spremuta fiscale tanto silenziosa quanto dolorosa.

Speriamo di essere stati sufficientemente informativi, a beneficio dei lettori e (perché no?) anche del barista tuttologo che tanto ama le semplificazioni, in un mondo così insostenibilmente complesso.

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