Le opinioni in assenza dei fatti

Carlo Panella, su l’Occidentale, spiega o meglio tenta di spiegare qualcosa che avrebbe a che fare con non meglio specificati problemi contabili relativi al bilancio di Roma. Non meglio specificati perché dalla seguente frase non si capisce granché:

Il bilancio del Comune di Roma è falso, alcune scritture contabili sono state alterate, sono state commesse irregolarità di rilevanza penale anche nella emissione dei bond: tutto questo è noto, di questo si parla da giorni sottovoce a Roma, ma la stampa tace.

Ora, di fronte ad un’apertura di pezzo così drammatica, con annessa denuncia di connivenze multiple, uno si aspetterebbe almeno una succinta descrizione dei fatti che hanno condotto a formulare una simile gravissima accusa. Invece, nell’articolo non c’è nulla di nulla.

Solo allusioni nemmeno troppo velate a ricatti incrociati, convenienze contingenti e giù per li rami fino ad arrivare al paleolitico della direzione veltroniana de l’Unità. O meglio, c’è un esile riferimento agli articoli del direttore di ItaliaOggi, Franco Bechis, che Panella evita accuratamente anche solo di sintetizzare. Però forse Panella è solo sillogisticamente coerente: la notizia è segreta, la stampa tace, Panella appartiene alla stampa, quindi commentiamo senza dare la notizia. Esoterico.

O forse questo pezzo è un’opinione separata dai fatti, la specialità di un discreto numero di giornalisti italiani. O forse è colpa nostra, che pur passando le giornate (e spesso pure le serate) davanti ai flussi di notizie delle agenzie di stampa, italiane ed estere, ci siamo persi la notizia che ha prodotto l’opinione panelliana. Intendiamoci: questa non è una difesa di Veltroni, ci mancherebbe pure quello. Ma uno straccio di spiegazione, a Panella costava così tanto? C’è tuttavia una chicca nell’articolo, che testimonia del pressappochismo di alcuni “operatori dell’informazione” in questo paese. Scrive Panella:

Il governo sarebbe infatti immediatamente costretto a commissariare il Comune, il sindaco e la Giunta non potrebbero più disporre di un euro e, per di più, le agenzie di rating sarebbero costrette a prendere atto e a divulgare la notizia -che ben conoscono ma che tacciono, al solito- del fatto che parte dei bond emessi dal Comune di Roma sono hedge funds, spazzatura, peggio di quella di Napoli.

Ma benedetto Panella, che diamine scrive? “Parte dei bond emessi dal Comune di Roma sono hedge funds, spazzatura, peggio di quella di Napoli”? Ma lei sa cosa è un hedge fund? Si direbbe di no. Allora segua questo link, sia gentile. Se ha fretta, le diciamo noi che un hedge fund è un fondo d’investimento speculativo (definizione del legislatore italiano) il cui scopo è quello di produrre rendimenti positivi e costanti nel tempo, in modo decorrelato dall’andamento dei principali mercati di riferimento. Punto. Ci spiegherebbe, caro Panella, che c’entra l’analogia tra hedge funds e spazzatura? Dove l’ha trovata, questa?

Ora, passi il non (saper) spiegare i fatti alla base di questo pezzo che grida all’emergenza democratica (e magari ha pure ragione, ma come si fa a dirlo?), ma utilizzare termini di cui neppure si conosce il significato ci sembra troppo. Tra le funzioni dell’Ordine dei giornalisti in Italia vi è anche quella di certificare la qualità professionale dei propri iscritti? Da questo esempio non si direbbe. Detto tra parentesi, potremmo ipotizzare che al comune di Roma vi siano problemi con derivati quali gli interest rate swaps, come sta accadendo in modo bipartisan in molti comuni italiani, e come meritoriamente documentano da sempre Libero Mercato ed il suo direttore, Oscar Giannino. Ma è solo una nostra congettura.

Viviamo tempi maledettamente complessi, la bella prosa non basta più: oggi serve esasperata specializzazione. Ma pare che l’attività di ricerca delle notizie, la ricostruzione dei fatti, il riscontro delle fonti siano ormai inutili orpelli in un paese che si nutre con voluttà di sole opinioni. Parrebbe la descrizione di un bar dello sport, forse lo è.

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P.S.: nei commenti al pezzo di Panella, su l’Occidentale, potete verificare che la tassonomia degli italiani si arricchisce di altre due tipologie: i “comunisti involontari” e gli imbecilli manifesti. Konrad Lorenz ne sarebbe stato intrigato.

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