“E’ svanita la cappa di depressione. Ora il paese può rimettersi in cammino”. Sentenzia garrulo il portavoce di Forza Italia (nonché comproprietario e direttore editoriale di un’agenzia di stampa parlamentare, multiruolo che alcuni pedanti puristi del liberalismo vedono come potenziale fonte di conflitto d’interessi), a commento dei dati su ordini e fatturato industriale, in crescita ad aprile rispettivamente del 12,8 e del 13,9 per cento rispetto allo stesso mese del 2007.
”I problemi con cui l’Italia dovrà misurarsi restano grandi, soprattutto sul piano economico – ricorda Capezzone – lo rendono chiaro le previsioni Ocse di qualche giorno fa per l’anno che si apre. Tuttavia – sottolinea – i dati così incoraggianti sul fatturato dell’industria italiana e sugli ordinativi ad aprile ci dicono una cosa importante e positiva: negli ultimi giorni della campagna elettorale, e poi dopo le elezioni, è svanita la cappa di depressione che incombeva sull’Italia”. Una ”cappa” formatasi, secondo il portavoce di Forza Italia, soprattutto a causa del ”dissennato aumento di pressione fiscale deciso da Prodi e Visco ai danni delle famiglie e delle imprese, nel biennio passato”.
”Questo è un primo merito certo di Silvio Berlusconi: avere ricreato un’atmosfera di fiducia e di positività – sostiene Capezzone – E in economia l’elemento psicologico, di atmosfera, conta moltissimo. I problemi restano e il Governo non ha la bacchetta magica, ma ora il Paese può rimettersi in cammino”.
Beh si, in effetti nel mese di aprile le imprese italiane hanno vissuto un vero e proprio boom per fatturato ed ordinativi perché si aspettavano la vittoria elettorale del PdL, e così hanno deciso di spingere sull’acceleratore dei propri programmi di espansione. Cosa ci ricorda una simile psichedelica inferenza? Ah si, un vecchio canovaccio propagandistico, a ruoli invertiti, utilizzato un paio di anni fa dall’Unione, subito dopo la vittoria elettorale. Dovremmo farle più spesso, le elezioni in Italia, se ogni volta da esse origina un simile shock di ottimismo: raggiungeremmo in breve livelli di ricchezza da fare invidia al Lussemburgo.
Sfortunatamente per il giovane economista-editore-direttore-portavoce Capezzone, tuttavia, la realtà è un pochino differente. La variazione annuale del dato su ordinativi e fatturato industriale, così eclatante, non è corretta per la stagionalità. Aprile 2008 ha avuto 21 giorni lavorativi, mentre aprile 2007 (in cui cadeva la Pasqua, mentre quest’anno è stata in marzo) ha avuto solo 18 giorni lavorativi. Difficile immaginare un esito diverso dal mini-boom visto sui dati annuali di oggi, non destagionalizzati. E senza scomodare gli animal spirits e l’ottimismo, che pure giocano un ruolo, anche se non così spicciolo e contingente come quello immaginato dai politici quando leggono singoli dati macroeconomici.
Noi proporremmo una legge ad personam che è anche uno standard di comunicazione: a Capezzone è consentito esternare solo una modica quantità di idiozie per unità di tempo (da scegliere a piacere). Al superamento della quale si prescrive un doveroso silenzio compensativo.