Oggi il contratto future sul gas naturale quotato al Nymex ha perso il 7,6 per cento, toccando il nuovo minimo da 13 settimane, e portando il ritracciamento delle quotazioni al 20 per cento dai massimi di inizio luglio. Il catalizzatore del ribasso è stata la pubblicazione dei dati sulle scorte da parte dell’Agenzia Internazionale dell’energia (AIE).
Il gas naturale è stato la materia prima più performante da inizio anno: una crescita del 74,5 per cento, a fronte del più 49,9 per cento del greggio. Questo forte incremento è in parte riconducibile allo spostamento verso energie pulite, con un crescente numero di nuove centrali elettriche che ricorrono al gas anziché al carbone. Il dato sulle scorte riferito alla settimana terminata l’11 luglio è risultato nettamente superiore alle attese, secondo l’AIE.
Nel primo quadrimestre di quest’anno la produzione di gas naturale è cresciuta dell’8,6 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, doppiando l’incremento dei consumi, pari al 4,3 per cento annuale. Ancora una volta, il mercato appare profondamente reattivo a dati che mostrano variazioni della spare capacity del sistema (capacità di riserva, cioè eccedenza dell’offerta sulla domanda) ogni qualvolta tale capacità si approssima a zero, come razionalmente ci si attenderebbe. Che tradotto in soldoni significa che la base del movimento è fondamentale, indotta da domanda e offerta reali. Su cui si innestano forti scommesse degli investitori.
Se speculare significa manipolare l’andamento dei mercati oltre i fondamentali tra domanda e offerta, allora quello delle materie prime non è un mercato controllato dalla speculazione. Se speculare significa scrutare il futuro, oggi sul pianeta non esiste mercato migliore per speculare di quello delle materie prime. Ai lettori il compito di comprendere dove comincia la speculazione politica, per contro.
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