Chiedimi se sono Fenice

Della conviviale intervista di Eugenio Scalfari a Corrado Passera a casa Caracciolo, oltre che dall’inequivocabile lirismo (“Il cielo era terso, splendeva sulle nostre teste il carro dell’Orsa e le luci di Cori sulla collina di fronte“), siamo stati soprattutto colpiti da un passaggio:

Ho chiesto quale sarebbe stato il ruolo di Air One in questa operazione.

Una fusione? Air One si sarebbe portata appresso tutti i suoi debiti che ammontano ad oltre un miliardo di euro? Mi ha risposto che non è prevista alcuna fusione con Air One ma semplicemente l’acquisto da parte della nuova Alitalia di alcune attività di Air One. Per esempio tutta la flotta aerea, tutte le autorizzazioni di cui dispone sulle varie rotte, tutti i contratti di acquisto di nuovi aerei.

I debiti e ogni tipo di obbligazione di Air One sarebbero rimasti nel perimetro societario di Toto, le attività da lui vendute alla nuova Alitalia sarebbero state pagate con azioni della nuova società.

“Ma Toto ce la farà a sopravvivere a questo scorporo?” ricordo che ha fatto un gesto con la mano per dire “Non è affar mio”. Poi ha aggiunto: “Penso di sì, penso che ce la può fare”.

Dunque, proviamo a rileggere, scomporre ed analizzare.

Abbiamo una società operativa, Air One, che mostra una crescente sofferenza da debito. Questa società conferisce alla Nuova Alitalia il nucleo delle proprie attività operative, cioè gli aerei e (verosimilmente) parte del personale, di volo e di terra, circostanza che produrrà un altro paio di migliaia di esuberi. Air One non conferirà debito, perché la Nuova Alitalia deve partire senza zavorra. Air One non viene pagata cash ma con azioni della NewCo. Dopo l’operazione, Air One è quindi una scatola vuota con un miliardo di euro di debito ed azioni di Nuova Alitalia. A quel punto, che accade? Air One viene posta in liquidazione? Se si, i suoi debiti devono essere preliminarmente rimborsati o ristrutturati, cioè accollati da “qualcuno”. Se Air One non viene posta in liquidazione, potrebbe essere incorporata (debito incluso) in Ap Holding, la finanziaria di Carlo Toto da cui è attualmente controllata. Ma in quel caso avremmo una holding di partecipazioni (Ap Holding) con all’attivo carta (le azioni di Nuova Alitalia) ed al passivo il proprio debito più quello dell’incorporata Air One. Quanto a lungo reggerebbe un simile stato patrimoniale? Assai poco.

Ma allora perché le ultime “indiscrezioni” sul Piano Fenice parlano di partecipazione di Toto alla NewCo con Ap Holding, perché “Air One è troppo indebitata”? Vedete che il destino di Air One finisce con l’essere determinante per la riuscita dell’operazione, ma resta per contro qualcosa di molto simile alla quadratura del cerchio. La domanda del contribuente sorge spontanea: nel nostro tartassato futuro c’è una Bad Company al prezzo di due?

Chi meglio del principale creditore di Air One, cioè quella Intesa Sanpaolo guidata da Corrado Passera, può sapere come gestire il debito di Air One medesima? Peccato che Io Padre Fondatore, tra una reminiscenza e l’altra tra le vaghe stelle dell’Orsa, non abbia posto a Passera l’unica domanda realmente rilevante. O forse quella domanda è stata posta, ma per evidenti motivi la risposta originale non poteva essere riportata, ed è stata sostituita dal surreale gesto con la mano “per dire ‘Non è affar mio'”.

Operazione Fenice o gioco delle tre carte? Come dice il premier, a inizio autunno la soluzione. Per parte nostra possiamo solo anticiparvi che non è stato il maggiordomo.

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