A Ferragosto, si sa, le chiacchiere volano ancora più in alto che nel resto dell’anno. Ma la presa di posizione di Umberto Bossi, nel corso della tradizionale liturgia di Ponte di Legno, è degna di menzione. Bisogna passare da un sistema di finanza derivata, in cui è lo Stato a dare i fondi agli enti locali, a una forma di autonomia finanziaria, in cui loro stessi prendono direttamente le tasse, pondera Bossi. Perché la prossimità dei centri di tassazione migliora il controllo della spesa pubblica da parte degli elettori. In questo senso, Bossi ritiene necessario reintrodurre l’Ici. Tutto ineccepibile, ma ci chiediamo allora perché il senatùr abbia avallato l’azzeramento dell’imposta.
Peraltro, eliminare l’Ici per tutti gli immobili (con l’eccezione very pop dei castelli) ha finito con l’essere misura regressiva, oltre che deresponsabilizzante dei sindaci, che sono stati forniti di un’alibi in più nella gestione delle risorse pubbliche, come segnalato anche da quel comunistaccio di Francesco Giavazzi, a lungo sbertucciato dai “federalisti” puri e duri del PdL, molti dei quali avrebbero difficoltà a distinguere un’imposta da una persiana.
Meglio sarebbe stato destinare quei fondi ad altre forme di sgravio fiscale, auspicabilmente più efficaci ed efficienti, ma pazienza. Solo i cretini non cambiano mai idea, e Bossi è notoriamente molto smart. Anche a Ferragosto.