Su lavoce.info Michele Polo tenta di capire chi ha vinto e chi ha perso la scommessa-Alitalia, raffrontando il Piano Fenice con quello Air France-KLM. Noi riteniamo, in base al quadro attuale, che il sicuro perdente tra le due proposte è il contribuente italiano, e che tra i vincitori vi è Jean Cyril Spinetta, che potrà acquisire una partecipazione di minoranza in un vettore locale reso redditizio dalle condizioni di quasi-monopolio in cui opererà. Il tutto senza dannarsi l’anima in qualità di azionista di controllo. Ma vi è soprattutto un punto dell’analisi di Polo che occorre sottolineare: la posizione tenuta dalla stampa italiana in questa vicenda.
Il lettore si sarebbe atteso una comparazione dei due piani finanziari, in modo da capire se per il contribuente si configura una perdita o un vantaggio. Nulla di tutto ciò, solo dotte articolesse sui massimi sistemi e/o sulle camarille di Palazzo. Scrive Polo:
Il semplice confronto tra quanto oggi viene prospettato agli italiani e quanto invece quattro mesi fa è stato fatto scientemente naufragare, tra il Piano Fenice e il piano Air France, non è rintracciabile, con pochissime eccezioni, sulla stampa italiana. Quasi nessuno tra i giornali di opinione ha ricordato in questi giorni cosa era la famosa “svendita” allo straniero, quasi nessuno ha messo il lettore nella condizione di formarsi una opinione se veramente la scommessa era vinta o persa. L’informazione ha presentato l’operazione Alitalia con un unanimismo, una mancanza di equilibrio e un appiattimento quasi aziendale che segnalano un problema grave per la formazione dell’opinione pubblica e per il pluralismo. Su questo occorrerà tornare al di là della vicenda Alitalia.
Che si sia trattato di susservienza all’esecutivo di turno, di semplice incapacità a ragionare in termini economici e finanziari o di un mix delle due ipotesi, di certo non si è fornita al lettore-contribuente la capacità di formarsi un’opinione degna di questo nome. Ancora una volta, è prevalso e prevale il tribalismo dei due schieramenti, che tradizionalmente si ramifica nella stampa, e contamina anche media “nuovi” come i blog, che in questi mesi di governo di centrodestra ci appaiono in prevalenza come la versione caricaturale della stampa. Tra l’originale e l’imitazione, voi chi scegliereste?