Secondo l’ultimo sondaggio Washington Post-ABC, Barack Obama avrebbe il sostegno del 22 per cento di quanti si definiscono conservative. Se il dato fosse effettivamente confermato dalle urne, si tratterebbe del maggior supporto dell’elettorato conservatore ad un candidato democratico dal 1980. Obama avrebbe anche l’appoggio del 12 per cento di quanti si definiscono elettori repubblicani, il doppio di quanto ottenuto da John Kerry nel 2004.
Ed oggi incassa anche l’endorsement di Ken Adelman, peso massimo tra i conservatori di lungo corso del GOP (si autodefinisce non neo-con ma con-con). Adelman ha un giudizio impietoso della gestione della crisi dei mercati da parte di McCain:
“When the economic crisis broke, I found John McCain bouncing all over the place. In those first few crisis days, he was impetuous, inconsistent, and imprudent; ending up just plain weird. Having worked with Ronald Reagan for seven years, and been with him in his critical three summits with Gorbachev, I’ve concluded that that’s no way a president can act under pressure.”
Adelman ne ha anche per l’erinni di Wasilla, o meglio per quello che appare come un non troppo approfondito vetting da parte di McCain:
“That decision showed appalling lack of judgment. Not only is Sarah Palin not close to being acceptable in high office—I would not have hired her for even a mid-level post in the arms-control agency. But that selection contradicted McCain’s main two, and best two, themes for his campaign—Country First, and experience counts. Neither can he credibly claim, post-Palin pick.”
Il numero dei socialisti americani si estende, a quanto pare. Ora il virus colpisce direttamente i conservatori repubblicani, deve essere una spora aliena. O forse serve maggiore sforzo di analisi da parte di tutti noi, chi può dirlo?