Contrordine, aviatori

Sarà Air France il partner di Alitalia, e per un eccellente motivo: i 200 milioni di euro di penale in caso di uscita di Alitalia da SkyTeam, il sistema di alleanze a cui appartiene anche AF-KLM. Anzi, no. Colaninno vedrà il boss di Lufthansa, Mayrhuber, la settimana prossima. Forse per ringraziarlo? Se l’indiscrezione fosse confermata, Air France diverrebbe il primo azionista singolo in Alitalia, l’unico con l’expertise per gestire una linea aerea. Interessanti le indiscrezioni sull’investimento francese: 310 milioni per il 25 per cento di Alitalia. La compagnia varrebbe quindi oltre 1,2 miliardi di euro, a fronte di 1,05 di valorizzazione degli asset rilevati dalla Bad Company di Fantozzi e dall’acquisizione di Air One. Come interpretare questo differenziale?

E’ la subitanea generazione di avviamento da parte della nuova Alitalia, grazie alla soppressione della concorrenza sul Milano-Roma? E’ il premio di controllo implicito che AF deve pagare? E’ il frutto di sottovalutazione del valore peritale dei conferimenti? Ah, saperlo. Per ora basti sapere che i patrioti italiani non dovranno vendere le proprie azioni prima di cinque anni. In effetti, basterà procedere a nuovi aumenti di capitale e rinunciare al diritto di opzione, a vantaggio di Air France. L’esito finale di questa strategia sarà la consegna del controllo ai francesi. Come nell’ipotesi tramontata alla fine della scorsa legislatura. Con la differenza che, in quel caso, i contribuenti italiani non dovevano sborsare oltre 4 miliardi di euro, lo 0,3 per cento di Pil. Esattamente l’entità della manovra di “stimolo” adottata dal governo italiano qualche settimana fa. Ma l’italianità non ha prezzo. Per tutto il resto c’è Pantalone.

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