Altrimenti liberalizziamo

Nella giornata surreale in cui Letizia Moratti, l’aspirante dea ex machina di Expo2015, ci informa che non si attendeva 40 centimetri di neve ma solo 25, e che Milano ha donato parte delle proprie scorte di sale (incluso quello nella sua zucca) a Torino, i leghisti parlano a Cai-Alitalia affinché Berlusconi intenda. Di assoluto rilievo il messaggio di Roberto Calderoli, che si traveste da John Wayne e manda a dire a Colaninno che

“Il tesoretto di Cai è la navetta Roma-Milano. Senza gli slot su quella tratta la nuova Alitalia può interessare al massimo a qualche compagnia siamese”.

Nessuna minaccia, s’intende (per carità) ma

“Cai è ormai una compagnia privata e può fare anche scelte diverse da quelle che suggerisce il governo. Certo, in questo caso è chiaro che scelte diverse le faranno anche altri”.

Viviamo tempi sempre più interessanti: la Lega ha scoperto che la nuova Alitalia nasce con il monopolio della rotta italiana più ricca, ottenuto attraverso lo spegnimento dell’Antitrust per dare ai patrioti un bel goodwill da subito, e permettere loro di farsi riccamente diluire dal partner estero. Ora, se Colaninno & C. hanno scelto AF-KLM, vi saranno evidentemente razionali motivazioni di profittabilità aziendale. Compito del governo (di ogni governo) è tuttavia quello di massimizzare l’utilità del sistema-paese, non il benessere di singoli gruppi di imprenditori. Sfortunatamente a Palazzo Chigi hanno “scordato” di pensare in ottica sistemica (un pò come ha fatto la Moratti col sale, diciamo).  O forse non si sono scordati, e lo hanno fatto per disporre di “risorse negoziali” con cui tenere per le parti basse i patrioti, ma non vorremmo sopravvalutare la razionalità di una classe politica economicamente analfabeta. Qualcuno ha detto mercato?

E ora? Ora servirebbe una forte liberalizzazione, per fare decollare Malpensa. Ma se l’esponente del partito determinante per la sopravvivenza della maggioranza scopre che per tenere in vita lo scalo varesino potrebbe essere necessario spezzare il monopolio che tiene in piedi il castello di carte di Cai, qualche problema sistemico evidentemente esiste. Come farà il lungimirante governo, che per dare alla luce il piccolo Frankenstein-Cai ha vampirizzato risorse economiche da Malpensa (gli slot, inclusi quelli potenzialmente impiegabili sulla tratta Milano-Roma), a riequilibrare la partita senza nuocere a Toto, Passera e patrioti assortiti? Ai posteri l’ardua sentenza.

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