George W.Bush è entrato in carica a gennaio 2001, in coincidenza con l’inizio di una recessione, e tra pochi giorni uscirà di scena nel mezzo di un’altra crisi, più profonda e protratta, per un totale di 22 mesi di recessione su 96 di presidenza. Durante questi otto anni la creazione di occupazione è stata del tutto insoddisfacente, e pari a tre milioni di nuovi impieghi netti. Una frazione dei 23 milioni di posti in più creati durante gli otto anni della presidenza di Bill Clinton, e solo leggermente meglio di quanto fatto da George Bush senior, che durante il suo unico mandato è incappato in una recessione terminata pressoché contestualmente all’inizio della presidenza Clinton.
Il Wall Street Journal ha elaborato le statistiche sull’occupazione prodotte dal Dipartimento del Lavoro dal 1939. I conteggi sono basati sul totale degli occupati tra l’inizio del mese di insediamento di un presidente e l’ultimo mese di dicembre trascorso in carica. Interessante la possibilità di confrontare la crescita degli occupati con quella della popolazione nel periodo. Dal confronto di queste due serie si apprende che, durante i mandati dei due Bush, la creazione percentuale netta di occupazione è stata inferiore alla crescita della popolazione, e che la presidenza di Jimmy Carter non è stata così disastrosa in termini di job creation, in valore assoluto e soprattutto in termini di aumento del tasso di attività della popolazione. In caso fosse sfuggito, queste non sono opinioni.
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