Il cattosocialista

Su il Giornale, il coordinatore del Pdl Sandro Bondi riflette sull’esito delle elezioni tedesche. Il titolo dell’editoriale è già un programma, e per una volta riflette fedelmente il pensiero dell’autore. Ma è soprattutto lo svolgimento a lasciare interdetti. Bondi apre con alcune riflessioni spicciole sul grande carisma di Angela Merkel (la Cdu in realtà ha ottenuto il secondo peggior risultato dal 1949, ma quella di Bondi è una licenza poetica), e sulla sconfitta epocale della socialdemocrazia tedesca, “vittima del proprio senso di responsabilità” oltre che della più generale crisi dei partiti socialdemocratici europei. L’altro episodio eclatante della tornata elettorale tedesca è la vittoria della Fdp di Guido Westerwelle. E proprio questo esito pare turbare il nostro buon Bondi, che si dichiara preoccupato per la fine dell’esperienza della Grosse Koalition.

Da un lato, infatti, la Spd rischierebbe di essere “risospinta verso un’alleanza con la sinistra antagonista e radicale”, rischiando di subire “un’involuzione rispetto all’esperienza di governo”. Ma è soprattutto il partito di Westerwelle, e la sua alleanza con la Cdu-Csu, che pare turbare i sonni del ministro dei Beni culturali. Il partito di Westerwelle

“non rischia di immettere nel programma del nuovo governo un di più (sic) di liberismo nell’economia ed un di più (ri-sic) di rivendicazioni nella sfera dei diritti individuali, con un risultato forse inevitabile ma comunque discutibile?”

Per Bondi, dunque, pare esistere una “minaccia liberale” che pende sul capo della Germania, con tutti questi “di più” di individualismo (orrore!) e di liberismo (orrore doppio!), che per Bondi evidentemente sono la cifra del neo-nichilismo che minaccia la costruzione dell’Uomo Nuovo, quello vagheggiato anche dal suo compagno di partito, Maurizio Sacconi, quando esprime quel concetto di “comunità del Mulino Bianco” entro la quale non vi è spazio per nessuna forma di autodeterminazione, né in economia né nelle direttive di fine vita.

Par di capire che, per Bondi, sarebbe stato meglio che la Spd avesse tenuto o vinto, rappresentando un argine contro i temuti comunisti e liberali. Posizione che sarà forse il retaggio della storia politica di Bondi (già sindaco cattocomunista di Fivizzano), ma resta il fatto che continuare a definire “liberale” questo Pdl appare piuttosto eroico.

Ah, dimenticavamo: se in mezzo a tutte queste elucubrazioni sui massimi sistemi (altrui), qualcuno ci spiegasse anche come contrastare il declino del paese, che è cosa diversa e preesistente dalla crisi economica, gliene saremmo grati.

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