D’accordo, prima che un blogger sarebbe un economista ma Willem Buiter, olandese di nascita, angloamericano di passaporto (già membro del Monetary Policy Committee della Bank of England) e globetrotter per vocazione (con la moglie Anne Sibert, anch’essa economista, è stato chiamato tempo addietro al capezzale islandese), è ormai una blogstar riconosciuta. Di prosa ruvida e torrenziale, Buiter si disinteressa sovranamente e dichiaratamente del fatto che i lettori (inclusi gli addetti ai lavori) riescano a stargli dietro quando scrive, e non siano costretti a prendere ferie per congiungere tutti i punti del suo periodare.
Ovviamente, il fatto che Buiter vada a fare il capo economista di Citigroup non inciderà (forse) sulla guida strategica del moloch creditizio statunitense, ma sarà interessante leggere le opinioni di Buiter rispetto al suo nuovo employer, dopo che nel passato l’economista-blogger tranciava in questi termini:
«I supermarket finanziari hanno perso il focus e alla fine sono diventati Citigroup – Una conglomerata del peggior stato dell’arte nell’intero spettro finanziario» (15 aprile 2009);
«La sindrome della sopravvivenza del più grasso…ha trasformato le banche e le banche-ombra in mostri di incentivi perversi per eccessiva assunzione di rischio. In tutta la regione Nord-Atlantica, la concentrazione e il potere monopolistico nel settore bancario saranno maggiori dopo la crisi che prima di essa» (27 giugno 2009)
Per il momento e come bussola basti sapere che Buiter considera il caso-Dubai sistemicamente non rilevante (toccatevi, non si sa mai), e che a suo giudizio (oltre che a giudizio del buonsenso, azzarderemmo) un’economia americana più forte richiederà un dollaro più debole. Enjoy, Mr. Buiter.