Il governo di Dubai non garantirà i debiti di Dubai World, la holding governativa afflitta da 59 miliardi di dollari di passività, e questo perché i prestatori si sarebbero sbagliati a pensare all’esistenza di un supporto governativo. Al momento Dubai World è impegnata in “colloqui costruttivi” con le banche per ristrutturare solo 26 miliardi di dollari di debito, incluse le passività delle controllate immobiliari Nakheel e Limitless. Come ha dichiarato, quasi beffardamente, il direttore generale del Dipartimento delle Finanze di Dubai, “i creditori devono assumersi la responsabilità di aver prestato alle compagnie”.
E’ curioso che un’agenzia governativa sia priva di garanzia sovrana sui propri debiti, ma non si tratta propriamente di un voltafaccia degli emiri. Secondo Royal Bank of Canada (RBC), che ha emesso un report di ricerca sulla questione, il prospetto dei bond islamici emessi da Nakheel stabiliva esplicitamente l’assenza di qualsivoglia legame di tale debito con l’entità sovrana del Dubai. Per RBC, questa vicenda sarebbe solo l’ennesima manifestazione di “esuberanza irrazionale” degli investitori, che non avrebbero fatto la necessaria due diligence sugli investimenti. Con buona pace dei battaglioni di legali impiegati per scrivere e decodificare prospetti che si compongono di alcune centinaia di pagine in versione estesa, e che hanno comunque un abstract dove la presenza di eventuali garanzie è ampiamente evidenziata. Poco alla volta, il mondo finanziario si sta risvegliando alla realtà. Inizia una nuova era, quella della responsabilizzazione dei creditori. Tempi sempre più interessanti.