Il parroco a bordo campo

L’ultima trovata dello zelo benpensante italiano, quello che si tuffa nell’acquasanta solo a sentir nominare le coppie di fatto ma chiude serenamente occhi e orecchie di fronte a quel mignottificio che è diventata la vita pubblica del paese, è la sanzione ai tesserati della Federcalcio che proferiscano bestemmie durante le partite.

Il problema, come sempre in questi casi, è quello di stabilire l’estensione dell’ambito di perseguibilità: flagranza di reato, cioè ascolto diretto ed incontrovertibile da parte della terna arbitrale e del quarto uomo, oppure utilizzo della prova televisiva, con specialisti (anche vernacolari, per completezza investigativa) di lettura labiale e barbe finte disseminate a bordo campo per cogliere eventuali empietà? E ancora, quanto dovrebbe essere ampia la scena del crimine? Il solo campo di gioco o anche il tunnel che porta agli spogliatoi, magari fino al momento topico della minzione antidoping, se del caso con supporto di apposite intercettazioni ambientali? Al momento, l’aver deciso che “nulla resterà impunito” sta producendo effetti grotteschi anche per i pur elevati standard italiani.

Grandinano le squalifiche per giocatori ed allenatori, pure quelli da sempre al di sopra di ogni sospetto, come il mite Mimmo Di Carlo, colpito dall’inflessibile azione del giudice sportivo Giampaolo Tosel, che questa settimana si è trovato a dover investigare e refertare pure il labiale di un calciatore del Chievo, appena espulso, giungendo alla conclusione che non di bestemmia si trattava. Da qui questa perla di letteratura giuridica:

«Il calciatore clivense, uscendo dal  terreno di gioco in conseguenza dell’espulsione inflittagli dall’arbitro pochi attimi prima, proferiva apparentemente un’espressione gergale, in uso nel Triveneto e in Lombardia, con becero riferimento a ‘Diaz’ e non a Dio (il diverso movimento delle labbra  nelle pronuncia della vocale aperta “A” rispetto alla vocale “O” legittima quanto meno un’incertezza interpretativa)»

Accantonando per il momento gli aspetti più demenziali di questa nuova crociata nell’Italietta perbenista disperatamente sprovvista di senso del ridicolo, resta il concreto rischio di un’impennata di squalifiche, tale da condizionare gli esiti di molti incontri. Ma tutto serve, per distrarre l’attenzione e lanciare sondaggi a SkyTg24.

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