Chi lavora sui mercati finanziari viene periodicamente a contatto con grafici che tentano di illustrare, spesso con sapienti adattamenti di scala, la ripetizione di alcuni eventi e tendenze già verificatisi nel passato. Già a metà degli anni Novanta (questa è una rimembranza del vostro titolare), ogni volta che gli indici americani correggevano, ecco spuntare l’immancabile grafico di sovrapposizione tra il Dow (o lo Standard & Poor’s) e l’indice giapponese Nikkei, che sembravano realmente avere la stessa faccia, suscitando sottili brividi di inquietudine in gestori e trader.
“Arriva il decennio perduto anche in America?“, ci chiedevamo, guardandoci negli occhi durante i comitati d’investimento, ed oggi è curioso osservare che il “decennio perduto” del Giappone sta durando da oltre due decenni. Poi, con grande puntualità e senso teatrale, arrivava lo zio Alan, proferiva il suo Verbo, abbassava i tassi ed i mercati risalivano, facendo correre i bonus dei gestori azionari.
Ebbene, oggi la tradizione dell’overlap grafico viene rinverdita. Ma non da maneggioni di mercato bensì da un seria economista, Mary C. Daly, vice president della Fed di San Francisco (una delle Fed più dovish in circolazione), che mostra come l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo core (cioè al netto delle componenti volatili di alimentari ed energia) sia oggi in America sinistramente simile a quello giapponese negli anni Novanta. E questa volta potrebbe non trattarsi di un giochino di società per ingannare il tempo in attesa che il chairman della Fed arrivi a salvare il mondo a bordo del suo elicottero, specializzato nel lancio di denaro.
