Oggi la Fed di New York, nell’ambito delle operazioni permanenti di mercato aperto (POMO), ha acquistato 7 miliardi di dollari del titolo governativo triennale emesso la settimana scorsa per valuta di regolamento 18 gennaio. E quindi, direte voi?
Quindi quel triennale è stato acquistato la scorsa settimana dai primary dealers (le banche autorizzate a trattare in contropartita con la Fed) per un importo di 14 miliardi di dollari sui 32 miliardi emessi, ed oggi la metà di quell’acquisto è stato restituito alla banca centrale statunitense, nell’ambito dell’attuazione del secondo programma di easing quantitativo (QE2). Con buona pace delle elucubrazioni di osservatori ed “analisti”, che ipotizzano che la ripresa della congiuntura americana servirà a ridurre o addirittura arrestare il QE2. Errore, figlioli.
QE2 serve oggi per fare apparire confortevolmente elevato il bid-to-cover (rapporto tra quantità domandate ed offerte) in asta; e domani servirà a quello che tutti sanno e nessuno dice: monetizzare parte del crescente deficit federale statunitense. Il gioco delle tre tavolette continua, ma non ditelo a Hu Jintao.