Ford, il carmaker americano che nulla ha chiesto ai contribuenti per superare la crisi, chiude il primo trimestre del 2011 con un utile netto di 2,55 miliardi di dollari, pari a 61 centesimi per azione (contro i 50 del trimestre precedente), contro i 46 stimati dagli analisti, un flusso di cassa operativo di 2,2 miliardi di dollari ed una riduzione del debito di 2,5 miliardi. Al 31 marzo la società era seduta su disponibilità liquide per 21,3 miliardi di dollari. Il tutto senza che mister Alan Mulally finisse nella Top 100 di Time, senza shopping di sussidi né eccitati gridolini di editorialisti dalle velleità politico-pedagogiche, quelli che “noi ve lo avevamo predetto”. La normalità paga “solo” nei bilanci, non nello showbiz mediatico.
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