«In primo luogo, i tagli di tasse di Bush hanno avuto un enorme effetto negativo. Se scadessero tutti come previsto, alla fine del 2012, i futuri deficit sarebbero all’incirca dimezzati, a livelli sostenibili. In secondo luogo, un bilancio in salute richiede un’economia in salute; le recessioni creano danni riducendo il gettito fiscale. Il governo deve stimolare la domanda e creare occupazione in recessioni profonde, anche se ciò peggiora il deficit nel breve termine. Terzo, i tagli di spesa da soli non chiuderanno il gap. La cronica carenza di gettito d’imposta da ripetuti tagli fiscali è semplicemente troppo profonda per essere colmata con soli tagli di spesa. Le tasse dovranno aumentare»
Teresa Tritch, New York Times
Beh, si, essendo la pressione fiscale federale oggi sotto al 15 per cento, minimo degli ultimi sessant’anni, appare difficile pensare ad una manovra fatta di soli tagli di spese.
Allo stesso modo in cui appare ancor più difficile indurre i Repubblicani a smettere di credere che tagli di tasse si ripaghino. Ma la domanda resta sempre quella: dov’erano, Repubblicani old style e Tea Partiers, quando Bush sguazzava nell’inchiostro rosso ed azzoppava il bilancio federale ad uso dei posteri? Ah, saperlo. Cliccare per sbigottire.
